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"Il servizio offerto da Atac non è buono? Non è un buon motivo per mettere a gara il servizio"

Nei giorni in cui l'Antitrust presenta un nuovo ricorso contro il Comune per la proroga dell'affidamento del servizio di trasporto, arriva un pronunciamento del Consiglio di Stato su un ricorso analogo. Similitudini e differenze per provare a capire come finirà al Tar

Il Campidoglio ha vinto il primo round. Di recente, l’Autorità nazionale anti corruzione ha annunciato che farà ricorso al Tar per annullare le delibere che hanno permesso l’affidamento in house del servizio di trasporto pubblico locale ad Atac. L’obiettivo è quello di “costringere” Roma a fare una gara, aprendosi ai privati. In attesa di sapere cosa accadrà, dal Consiglio di Stato è arrivata una buona notizia per il Comune di Roma: la delibera del Consiglio comunale del 16 gennaio 2018 è legittima. Roma, quindi, poteva prorogare, per altri due anni, l’affidamento del servizio ad Atac.

La storia

L’Atac, grazie ad una delibera dell’Assemblea capitolina del 28 settembre 2012, è diventata affidataria dei servizi di trasporto pubblico locale (TPL) di superficie e metropolitano, dei servizi connessi, nonché del servizio di gestione dei parcheggi di interscambio e della sosta tariffata su strada sino al 3 dicembre 2019. I problemi della partecipata, come molti ricorderanno, sono iniziati nel mese di settembre 2017: Atac era in grave crisi economica e doveva trovare un modo per risanare i suoi conti. Soprattutto, occorreva trovare un modo per tenere in piedi l’azienda e garantire la continuità del trasporto pubblico.

Il salvataggio di Atac

Si è poi quindi arrivati al concordato preventivo e al salvataggio di Atac, con il Comune di Roma che ha acquistato immobili ed asset dalla società al fine di salvarla. Intanto, l’affidamento del servizio stava per scadere. Il Campidoglio, a gennaio del 2018, decideva di prolungare il contratto fino al 2021 nonostante l’Antitrust sostenesse l’impercorribilità di questa strada visto che non c’erano emergenze da affrontare. L’Agcm, valutando questa scelta come lesiva del principio di concorrenza e in “assenza di un pericolo imminente di interruzione del servizio”, decideva di ricorrere al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento della delibera. Il tribunale amministrativo aveva respinto il ricorso dell’Agcm che, poi, si è rivolta al Consiglio di stato.

Le motivazioni

È importante andare a leggere i motivi per i quali il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso dell’Agcm, visto che sono argomenti facilmente applicabili in vista dell’altro ricorso che l’Antitrust vuole fare contro il nuovo affidamento in house del servizio di trasporto a favore di Atac. Per il Collegio le censure dell’Agcm “sono infondate”. Oltre al fatto che la scelta del concordato “è preferibile rispetto ad un’ipotesi fallimentare”, scrivono i giudici, si sottolinea che l’urgenza del prolungamento era un fatto reale visto che Atac avrebbe dovuto presentare il piano concordatario il 26 gennaio 2018. Senza la certezza di continuare a svolgere il servizio per la Capitale l’azienda non avrebbe avuto possibilità di risanarsi. Per questo, era lecito prorogare l’affidamento anche per garantire la continuità del servizio.

La parte più interessante è quella in cui il Consiglio di Stato dice che la qualità del servizio offerto da Atac non appare "in grado di incidere sulla legittimità dello specifico atto impugnato nel presente giudizio”. Insomma, se il servizio non è così efficiente questo non vuol dire che il Campidoglio abbia sbagliato a rivolgersi all’azienda di trasporti. Un passaggio importante visto che l'Agcm, nell'annunciare il nuovo ricorso al Tar, sosteneva che le inefficienze palesate da Atac in termini di ritardi, corse saltate su bus e metro e guasti ai mezzi, avrebbero dovuto spingere Roma ad indire un bando di gara aperto a tutti. 

Il futuro

Visto che il tribunale amministrativo si era già espresso su casi simili e così ha fatto anche il Consiglio di Stato, Atac e il Campidoglio si attendono ora un giudizio analogo anche per il nuovo ricorso che l’Agcm sta per presentare al Tar del Lazio. La recente sentenza, quindi, è senz’altro una buona notizia per il Campidoglio così come per i lavoratori di Atac, preoccupati per una possibile privatizzazione del trasporto pubblico.


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