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Bonus edilizi, gli architetti romani contro il decreto anti-frode: "Rallenterà ulteriormente gli iter, sarà caos"

L'ordine di Roma e provincia pone l'attenzione sulle nuove difficoltà introdotte "dai numerosi interventi legislativi degli ultimi mesi" e lancia l'allarme su possibili problemi di liquidità per professionisti e imprese

I numerosi interventi legislativi sul tema dei bonus edilizi "rendono ancor più difficile l'esercizio della professione, determinando caos e incertezza nel comparto dell'edilizia". A denunciarlo è l'ordine degli architetti di Roma e provincia, in seguito alle novità introdotte dal Governo Draghi, con il cosiddetto decreto anti-frode, introdotte per far fronte agli abusi verificatisi con l'introduzione delle agevolazioni edilizie, in particolare il bonus facciate al 90%, quello ristrutturazioni al 50% e il superbonus al 110% per l'efficientamento energetico degli stabili. 

"Siamo a ben 8 interventi in soli 18 mesi, tra leggi e decreti - sottolinea l'ordine - con continui cambiamenti e stravolgimenti in corso d'opera. Secondo il decreto anti-frode, anche per il 90%, il 50% come già per il 110% saranno obbligatori il visto di conformità e l'asseverazione tecnica della congruità dei costi". Il visto dovrà essere rilasciato da professionisti abilitati "e ha lo scopo di certificare i presupposti che danno diritti alla detrazione, mentre l'asseverazione tecnico è il controllo e la certificazione della corrispondenza tra i requisiti tecnici e la congruità delle spese e dei prezzi applicati" spiegano gli architetti romani. 

"Non è chiara la modulistica - specifica l'ordine - si rimanda ad un decreto attuativo con i costi massimi che dovrà uscire non si sa bene quando. Di fatto, per i necessari tempi di adeguamento, i pagamenti relativi alla cessione del credito subiranno grossi ritardi, generando seri problemi di liquidità a professionisti e imprese". La normativa, secondo i professionisti "seppur disegnata con le migliori intenzioni, appare costruita sulla base di un'esperienza puramente teorica, che non tiene in conto l'applicazione nella vita reale. Adesso i professionisti, già alle prese con una pantagruelica e anacronistica macchina burocratica, dovranno affrontare ulteriori ostacoli". 

E non è salvo chi ha già iniziato i lavori: "I costi conseguenti non rientrano tra gli accordi contrattuali già chiusi tra cliente, professionista e imprese  - sottolineano gli architetti - e dovranno essere oggetto di revisione. Siamo ai limiti dell’assurdo”.
 


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