Attualità

L'intelligenza artificiale che trasforma il cyberbullismo in opere d'arte

Le storie arrivate da centinaia di giovanissimi delle scuole romane sono state trasformate in opere digitali da un software di AI e verranno esposte per 4 giorni a La Vaccheria, Eur

Una delle opere digitalizzate realizzate con intelligenza artificiale (dal sito ACLI)

Mettere in scena gli effetti del cyber bullismo sulle giovani vittime, trasformandoli in opere d'arte, per aprire un focus sul fenomeno sempre più dilagante col moltiplicarsi dei social. E' lo scopo di "The AI.D, il cyber bullismo oltre le parole", una mostra promossa dalle Acli romane, in collaborazione con l'agenzia pubblicitaria DDB Group e curata da Riccardo Rizzetto Studio. 

Una mostra sul cyberbullismo

La mostra sarà ospitata dal 18 al 21 aprile all'Eur, negli spazi de "La Vaccheria" in via Giovanni L'Eltore 35 e racconterà un nuovo volto del cyberbullismo, enfatizzando gli effetti che questo comportamento genera nelle vittime. Per riuscire nello scopo è stato utilizzato un software di intelligenza artificiale, che ha tramutato i racconti e le storie arrivate da giovani delle scuole superiori romane in opere d'arte digitale. L'iniziativa è frutto della collaborazione tra i giovani delle Acli, il IX municipio e Roma Capitale che ha accordato il patrocinio all'evento e nasce nell'ambito del progetto "Con-nesso, navigare nel web senza affondare", per sensibilizzare la platea coinvolta ad un uso consapevole della rete. 

Coinvolti oltre 200 studenti romani

Dopo un primo ciclo di moduli formativi nelle scuole superiori della Capitale, con la partecipazione di oltre 200 giovani, è stato realizzato uno spot con il supporto dell'agenzia creativa andato in onda negli spazi sociali di canali tv nazionali, funzionale alla diffusione degli obiettivi del progetto stesso e con una call to action che invita i ragazzi a raccontare la propria esperienza di vittima di cyberbullismo o di testimone di questi gravi atti.   

Borzì (Acli): "Internet può essere usato in modo sano"

"Il progetto dal quale siamo partiti - spiega Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia - era nato con l'idea di sensibilizzare i più giovani sull'uso consapevole del web. Con questa mostra abbiamo voluto fare un ulteriore passo in avanti: internet e la tecnologia moderna sono strumenti che se usati in modo corretto possono rappresentare un aiuto e non un problema. Possono essere usati in modo sano, in modo virtuoso, come in questo caso per aiutare, attraverso l'arte, tanti ragazzi che sono stati vittime di bullismo e cyberbullismo a tirare fuori le loro storie, le loro ferite, a processarle e, quindi, a compiere i passi fondamentali per lasciarsele finalmente alle spalle". 

(“Dalla rete, conoscenti e sconosciuti mi vomitavano addosso i loro commenti. Io restavo completamente bloccato, non riuscivo a difendermi: era come essere paralizzati da un gas tossico che si insinua dappertutto.” Il testo che ha contribuito a generare l'opera nella foto di copertina)


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