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"A scuola sì, ma non così": la protesta degli studenti del Galilei contro gli orari anti-covid

La dirigenza scolastica ha scaglionato gli ingressi e per alcuni ragazzi l'uscita da scuola avviene non prima delle 15, con la settima ora alle 16: giovedì la manifestazione

“Tanta apparenza poca sostanza”: questo lo slogan con cui gli studenti dell’Itis Galilei dell’Esquilino sono scesi in piazza, venerdì, protestando per la decisione della direzione scolastica di allungare gli orari sino a pomeriggio inoltrato per evitare gli affollamenti.

Gli orari “anti-covid” prevedono infatti ingressi scaglionati, l’ultimo alle 9.40 con uscita alle 15 e, in futuro, anche alle 16 in caso di settima ora. La previsione, per molti ragazzi, è quindi quella di essere a casa non prima delle 16.30, se non più tardi, complice il traffico di Roma e la distanza da coprire con i mezzi pubblici. Con conseguente pranzo a metà pomeriggio - o al posto dell’intervallo, che dura una decina di minuti - e difficoltà a seguire attività extra-scolastiche per mancanza di tempo.

Dopo le prime giornate in classe e un tam-tam serrato sulle chat che ha coinvolto anche i genitori, giovedì i ragazzi non sono dunque entrati in classe, e hanno manifestato in piazza Vittorio Emanuele per chiedere alla dirigenza scolastica di rivedere le nuove regole, applicate - ha spiegato la preside - sulla base della circolare del Miur con le linee guida per il nuovo anno scolastico: “A scuola sì, ma non così”, e ancora “più mezzi meno covid”.

Al presidio hanno partecipato anche gli attivisti del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale: “Diamo la nostra piena solidarietà agli studenti dell’’Itis Galieli di Roma - è stato il commento del portavoce e  candidato a sindaco di Roma Fabrizio Marrazzo - protestano per una scuola che si dimentica dei disabili, dei ragazzi con disturbi dell'apprendimento e che li costringe a causa di una gestione disorganizzata, dovuta a regolamenti ministeriali, ad orari prolungati sino alle 15:10 senza pausa pranzo  e di fatto considerando che molti studenti vengono anche da fuori Roma. Già lo scorso anno gli studenti per il lockdown sono rimasti senza poter fare palestra o attività pomeridiane in questo modo verrebbero esclusi per un altro anno”.


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