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Tiburtina, buttate le coperte dei senza fissa dimora. Per Raggi è "intervento di pulizia", gli attivisti di Baobab la smascherano

Gli interventi di pulizia giovedì nella zona della stazione Tiburtina, in largo Spadolini

Foto FB Virginia Raggi

Un importante intervento di puliza per la sindaca Virginia Raggi. Uno sgombero in piena regola per gli attivisti di Baobab. Posizioni diverse pera raccontare quanto avvenuto lo scorso giovedì nell’area della stazione Tiburtina e, più nello specifico, in largo Spadolini dove da anni gli attivisti di Baobab assistono e supportano migranti e senza fissa dimora.

Lo spazio già tempo è terreno di scontro tra l’amministrazione comunale e i volontari. “E’ stato uno sgombero. Sono state segnalate e poi abbandonate per strada 14 persone" - hanno tuonato dalla loro pagina facebook gli attivisti del centro che rilanciano - "Neppure un terzo delle persone indicate ha ottenuto un posto dove dormire”.

Nelle operazioni di ‘pulizia’ di giovedì “disposte dalla Prefettura in seguito a nostra specifica segnalazione” come ha precisato Raggi, in realtà "sono state buttate le coperte dei senza fissa dimora, l'unico riparo per gli esclusi dal circuito istituzionale dell'accoglienza" hanno  sottolineato gli attivisti di Baobab spiegando come non si sia trattato di azioni di pulizia ma di uno sgombero.

E se Virginia Raggi dai suoi canali social tiene a precisare che “le persone senza dimora e i migranti presenti nell’area sono stati presi in carico in modo da verificarne la situazione caso per caso e avviarli verso adeguati percorsi di inclusione”, da Baobab la smentiscono spiegando come le sue parole non corrispondano al vero: “Il Suo post, Sindaca, ci è stato segnalato mentre, come ogni sera, eravamo al presidio informale di Baobab Experience, per distribuire la cena a quegli stessi migranti che, a leggere le Sue parole, sarebbero "stati presi in carico”.  

Gli attivisti di Baobab che si sono detti pronti al dialogo hanno ricordato alla sindaca Raggi, dalla loro pagina Facebook, come “neppure un terzo delle persone indicate ha ottenuto un posto dove dormire. Gli altri ancora attendono e ad aspettare ci sono anche famiglie con bambini, rifugiati con gravi problemi di salute, donne sole”.


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