Attualità

Zone 30, le associazioni ambientaliste in piazza contro la direttiva Salvini

Il ministro dei trasporti vorrebbe rendere più difficile l'attivazione delle aree con i limiti di velocità a 30 chilometri orari

La manifestazione sotto il Mit - foto ufficio stampa Fiab

Un presidio pacifico davanti al ministero dei trasporti per dire di “no” alla direttiva di Matteo Salvini. Dopo Bologna, infatti, il leader del Carroccio ha deciso di di fissare stringenti parametri che, in sostanza, dovrebbero scoraggiare le amministrazioni comunali a istituire le "zone 30", Roma compresa. Dopo la battaglia contro i monopattini, le ztl e quella contro gli autovelox, Salvini ha quindi trovato un nuovo bersaglio a difesa del quale, però, sono scese in piazza tantissime realtà ambientaliste. Una manifestazione che arriva all’indomani dell’inaugurazione, nella Capitale, dell’isola ambientale di Casal Monastero.

Morti sulle strade

Dopo solo una settimana di sperimentazione, nei tratti interessati dai limiti di velocità a 30 km/h, a Bologna sono crollati i dati degli incidenti automobilistici. A Roma, nel 2023, si sono registrati 192 morti sulle strade, un trend che non sembra cambiare neanche nel 2024. Per questo, come confermato di recente anche dal sindaco capitolino, Roberto Gualtieri, l’idea è quella, da qui a 10 anni, di avere una città per il 70% con limiti a 30 km/h. Un obiettivo che, con la direttiva Salvini, potrebbe diventare molto più difficile da centrare.

Manifestazione

Ad andare a protestare sotto il Mit sono state le associazioni della piattaforma “Città30Subito”. Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada hanno voluto ribadire “l’importanza del modello Città 30 come naturale evoluzione delle zone 30 che da decenni esistono e funzionano in molti centri storici e zone residenziali in tutta Italia”.

Veicoli lumaca

Dopo aver ricordato gli agghiaccianti dati delle morti sulle strade italiane, le associazione, in una nota, hanno voluto sottolineare come velocità media nelle città italiane “si aggiri sui 20 chilometri orari. Come dimostrano le evidenze scientifiche, velocità maggiori non agiscono positivamente sui tempi di percorrenza ma influiscono negativamente sulla sicurezza stradale, sulla fluidità del traffico, sulla qualità dell’aria e dell’ambiente. La mortalità in caso di impatto a oltre 50 chilometri orari supera il 50% e scende a meno del 10% sotto i 30 chilometri orari”.

Nella riforma non si modera la velocità

“Nella riforma – dicono le associazioni – è completamente assente la moderazione della velocità, vengono stralciati strumenti importanti per il controllo delle regole e per la promozione della ciclabilità e della mobilità sostenibile, rischiando seriamente di arrestare l’innovazione urbana e accrescere il ritardo italiano in materia di sicurezza stradale e mobilità sostenibile. Chiediamo quindi una revisione urgente del DDL e annunciamo mobilitazioni in tante città italiane in vista dell’approdo in parlamento per la discussione e approvazione definitiva del ddl, per difendere l’autonomia delle amministrazioni locali in materia di mobilità sostenibile, contro le prese di posizione ideologiche avanzate recentemente dal ministro”.


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