Attualità

Il Tar fa tremare l'Atac pubblica. I sindacati contro la privatizzazione

L'Agcm ha presentato ricorso al Tar contro l'affidamento del tpl ad Atac. Secondo l'autorità il servizio dovrebbe andare a bando

Il ricorso dell’Agcm preoccupa e non poco, soprattutto i lavoratori. L’Antitrust si sta infatti per rivolgere al Tar contro la scelta di Roma Capitale di affidare in house, quindi senza gara, del trasporto pubblico locale ad Atac. Se il tribunale amministrativo dovesse accogliere le ragioni dell’autorità, il Campidoglio dovrebbe mettere il servizio a bando aprendo, di fatto, anche ai privati. È proprio quest’ultimo aspetto a non far dormire sonni tranquilli ai sindacati di categoria.

Cambi appalto

Purtroppo certe situazioni si registrano ogni qual volta un servizio cambia di gestione. Con i “cambi appalto”, infatti, grazie alle tutele esistenti, i lavoratori vengono riassorbiti dal nuovo gestore. In questa fase, però, sorgono sempre dei problemi, sia a livello occupazionale che di remunerazione. In particolare nel riconoscimento dell’anzianità, una voce importante ai fini del salario. Così il segretario generale della Fit Cisl del Lazio, Marino Masucci, e il segretario regionale responsabile del dipartimento mobilità della Fit-Cisl del Lazio, Roberto Ricci, hanno diramato una nota per esprimere i loro timori sul futuro.

Ricorso dell’Agcom

I sindacalisti, pur rispettando il ricorso avanzato dall’Agcm al Tar sulla messa a gara del servizio tpl a Roma, credono che “la richiesta di aprire alla concorrenza il servizio che adesso svolge Atac apra importanti interrogativi, che dovrebbero essere oggetto di dibattito: le decisioni sul carattere pubblico o privato di una prestazione essenziale come la mobilità dovrebbero essere di carattere politico o risolversi soltanto in una serie di atti amministrativi?” chiedono.

Trasporto pubblico non è subordinato al profitto

I sindacalisti sono convinti che Roma Capitale, il Comune più esteso dell’Ue, “i servizi di trasporto pubblico sono veri e propri fattori di democrazia, che a nostro parere non sono subordinabili alle sole logiche del profitto e quindi affidabili a privati”. Su questo, però, occorre sottolineare come l’Antitrust non abbia parlato solo di aspetti economici. L’autorità, infatti, ha bocciato il servizio offerto praticamente sui tutta la linea, evidenziando come, solo sulla metro, si siano contate circa 43 mila corse perse (52 mila nel 2020, 34 mila nel 2019) e 976 mila sulla rete di superficie (1,1 milioni nel 2020 e 1,6 milioni nel 2019).

Maggiori garanzie

Per i sindacalisti, però, “gli enti pubblici forniscono maggiori garanzie sull’universalità del servizio, che non è un concetto astratto: parliamo, in concreto, di permettere ai cittadini che abitano in tratte non proprio redditizie sotto il profilo della bigliettazione di avere comunque mezzi pubblici efficienti a disposizione”. Ricordiamo che nel 2018 c’era stato un referendum per chiedere ai romani se volevano privatizzare o meno Atac. Andò a votare il 16,4% degli aventi diritto e vinsero i “si” con il 74%. Il referendum, nonostante non avesse raggiunto il quorum del 33%, era stato salvato dall’intervento del Tar. L’allora sindaca Virginia Raggi, però, ha deciso di non dare seguito al referendum, manetnedendo Atac pubblica.


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