Le Idee

Chiudere le curve e i Distinti? Una norma senza senso

Come ben saprete tutti, anche la partita Roma-Inter del 1 marzo prossimo verrà disputata con le curve ed il settore Distinti Sud chiusi. Questo è quanto è stato deciso dalla Giustizia sportiva nei confronti dei tifosi della Roma in seguito ai cori di discriminazione territoriale intonati contro i tifosi napoletani.

Chiudere le curve ed i Distinti? Una norma senza senso. Ecco quello che penso della chiusura di questi settori ai tifosi. Non è questo il metodo per combattere il razzismo, se di razzismo stiamo parlando. Nessuno sa dire esattamente in cosa consista la discriminazione territoriale e come la si applichi e soprattutto non si capisce quando un coro diventi più o meno ingiurioso.

Gli sfottò reciproci sono sempre esistiti così come la rivalità tra le squadre, e lo scherno fa parte del gioco. Anche Michel Platini ha voluto sottolineare come questa norma esista solo in Italia mentre sia assente nel resto d’Europa. Non trovo giusto chiudere un’intera curva per colpa di pochi. Ci sono episodi a dir poco surreali come quello di Torino quando la Juventus decise di mandare i bambini sugli spalti del settore chiuso e questi iniziarono ad intonare cori contro il portiere della squadra avversaria. Trovo molto più grave il lancio di bombe carta verso i tifosi avversari rispetto ad uno sfottò che da sempre è legato al gioco del calcio.

La norma prevede anche il divieto per l’abbonato di un determinato settore di acquistare il biglietto in un’altra area dello stadio, ed anche questo è assolutamente assurdo. Per quale motivo avendo l’abbonamento per esempio in distinti sud senza aver proferito una sola parola contro l’avversario - per colpa di pochi - non potrei seguire la mia squadra seduto in Tribuna Tevere? Viene fatta di tutta l’erba un fascio. Eppure il modo per conoscere l’identità di chi insulta l’avversario con epiteti ingiuriosi lo abbiamo, solo che non viene applicato. Sarebbe interessante vedere cosa accadrebbe se anche qui da noi venisse applicato il metodo inglese, dove all’interno dello stadio non accade nulla ma appena fuori i tifosi vengono picchiati neanche si fosse ad un incontro di box. Il senso civico e il buon senso fanno parte dell’educazione del singolo individuo: non si può “colpire” tutti per educarne “alcuni”.

Non posso quindi che essere d’accordo con Malagò quando dice che le squalifiche dovrebbero essere ad personam e non a settore“. E’ necessario individuare e punire chi si rende responsabile di atti contro il sentire civile, senza punire i tifosi che non c’entrano nulla. Credo sia dunque necessario rivedere l’apparato sanzionatorio in vigore.