Cronaca

Così è stato bloccato l'accoltellatore di Termini

Aleksander Mateusz Chomiak è stato riconosciuto dal carabiniere Filippo Consoli e dalla moglie Nicoletta Piccoli, anche lei militare dell'Arma

Una immagine di Aleksander Mateusz Chomiak (a destra) e dei carabinieri della stazione di Milano - Foto Ansa

Il cappello e le scarpe. Così il carabiniere Filippo Consoli e la moglie, l'infermiera dell'Arma Nicoletta Piccoli, hanno riconosciuto e bloccato ieri a Milano Aleksander Mateusz Chomiak. Il cittadino polacco è accusato dell'aggressione nei confronti di Abigail Dresner, la turista israeliana di 24 anni, accoltellata alla stazione Termini lo scorso 31 dicembre.

Chomiak quando è stato fermato era al binario numero 12, su un treno diretto a Brescia. Aveva con sé due coltelli e un cutter. Sulla base di quanto emerso nelle ultime ore il pm di Milano di turno, Enrico Pavone, oggi chiederà al gip la convalida del fermo e l'applicazione della misura in cautelare in carcere.  

Come è stato fermato

Consoli, vicebrigadiere del radiomobile in servizio a Montebello, si è convinto che fosse lui grazie alla sua memoria fotografica. Aveva visto le immagini video dell'aggressione a Termini e il fotosegnalamento diffuso nelle chat delle forze dell'ordine.

Quindi, una volta riconosciuto, ha allertato la moglie e avvisato gli agenti della polizia ferroviaria presenti in stazione che li hanno aiutati a bloccarlo prima che salisse sul treno per Brescia. Chomiak non ha opposto resistenza. Secondo il racconto dei due militari però ha annuito quando gli è stato mostrato il video dell'aggressione. Non aveva con sé documenti. 

Chi è Aleksander Mateusz Chomiak

Aleksander Mateusz Chomiak è originario di Grudziadz. Era fuggito dalla Polonia dopo una denuncia per furto. Da quanto è emerso dalle ricerche della stampa polacca, il ragazzo ha quindi raggiunto Venezia, Torino e poi Roma. 

Il suo nome spunta nel profilo Facebook di Zaginieni /vermisst, un sito che si occupa di cercare persone scomparse. Sui social era stata pubblicata anche la foto di un giovane, poi rimossa. Secondo l'appello del 14 dicembre, Chomiak otto mesi fa era partito per l'Italia. A Termini più di qualcuno lo aveva già visto in passato.

Il video dell'aggressione

La ricostruzione

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Chomiak il 31 dicembre aveva raggiunto Termini a bordo della linea bus 714 che collega l'Eur con il centro. In stazione, in base ai filmati delle telecamere, arriva già nel pomeriggio del 31, intorno alle 16. Poi è tornato alle 21:30 circa, circa quindici minuti prima che le le telecamere di Termini lo riprendessero.

Abigail Dresner ha ribadito agli inquirenti di "non conoscere il suo aggressore" e di non essersi sentita pedinata. Dall'analisi delle telecamere appare evidente, però, che Chomiak abbia puntato la 24enne israeliana, di proposito, colpendola alle spalle dopo averla seguita per alcuni metri. Resta al momento il mistero sul movente dell'aggressione.

Le reazioni

Dopo il fermo di Chomiak, tante sono state le reazioni politiche a cominciare dall'assessora alle politiche della sicurezza, pari opportunità e attività produttive di Roma Capitale Monica Lucarelli: "Voglio personalmente ringraziare le forze dell'ordine per il tempestivo intervento che ha portato all'arresto dell'aggressore. In poche ore la questura è riuscita a individuare il responsabile con un lavoro investigativo davvero notevole".

"Il mio pensiero e un augurio di pronta guarigione vanno soprattutto alla ragazza ferita che andrò a trovare non appena le sue condizioni fisiche saranno migliorate. - si legge nella nota - L'impegno di questa amministrazione sui temi della sicurezza, anche grazie alla collaborazione con la prefettura e tutte le forze dell'ordine, è massimo".  

Soddisfazione anche dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi che, come il prefetto Bruno Frattasi, nelle ultime ore aveva preannunciato di voler nuovamente alzare il livello di sicurezza a Termini: "I cittadini devono vivere la consapevolezza che vi possono essere casi come questo in cui un'aggressione può avvenire in modalità insidiosa e non sempre prevedibile ma non per questo sfuggire al capillare controllo del territorio e al lavoro delle nostre forze di polizia, che non ringrazierò mai abbastanza, capaci in tempi brevi di assicurare alla giustizia gli autori di odiosi reati". 


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