Cronaca

Le mani della 'Ndrangheta su San Basilio, Cassazione conferma condanne clan Marando

Le indagini dei carabinieri hanno consentito di individuare i sodalizi criminali collegati dall'attività dei fratelli Marando

I giudici della quarta sezione penale dalla corte di Cassazione, presieduti da Salvatore Dovere, hanno rigettato i ricorsi, confermando di fatto le condanne emesse nel processo di primo grado e confermate in Appello, a più di un secolo e mezzo di carcere nei confronti del clan 'ndranghetista dei Marando, originario di Platì in Calabria e attivo nel quartiere romano di San Basilio, dove avevano creato alcune piazze di spaccio di droga. In particolare, il gruppo criminale con i suoi affiliati, gestiva la piazza di spaccio in via Corinaldo.

Nel dispositivo di sentenza, emesso dalla Suprema Corte, sono stare confermate le condanne di Francesco e Alfredo Marando, condannati a 14 anni, di Paolo e Domenico Natale Perre condannati alla stessa pena, insieme a Gian Claudio Vannicola e Lenti Marco.

Confermate le pene anche per i sodali così come è stata confermata anche l'interdizione dai pubblici uffici, e la sospensione della responsabilità genitoriale durante l'esecuzione della pena.  

Quanto emerso dalle indagini ha restituito l'immagine di una vera e propria consorteria fondata sulla divisione dei compiti tra i capi, gli organizzatori, e i pusher e/o vedette. Un sistema piramidale gestito, appunto, dai fratelli Marando che aveva come base il civico 55 di via Corinaldo.       

L'indagine, nonostante la difficoltà derivante la presenza continua di vedette, ha comunque permesso di documentare numerosi episodi di spaccio che hanno svelato le dinamiche operative e l'organigramma del gruppo. I pusher e/o vedette assumevano le loro posizioni agli ingressi principali del comprensorio e sui tetti degli immobili, con compiti interscambiabili di vigilanza e/o spaccio al minuto. Un gruppo che mutava di frequente anche a causa dei numerosi arresti in flagranza (oltre 90) effettuati dai carabinieri nel corso dei mesi. Il guadagnano si aggirava sui 15.000 euro al giorno.


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