Rapporto Legambiente, peggiora la qualità ambientale: Roma al 75°posto
La ricerca "Ecosistema urbano" ha dimostrato come la qualità ambientale dei comuni capoluogo italiani con più di mezzo milione di abitanti, stia peggiorando. Roma è crollata e perde 13 posizioni rispetto all'edizione precedente
"Ecosistema urbano", realizzato in collaborazione con il Sole 24ore, ha stilato la classifica della qualità ambientale dei comuni capoluogo italiani basandosi su parametri come trasporto pubblico, isole pedonali, zone a traffico limitato, depurazione delle acque, raccolta differenziata.
La città di Roma, pur mantenendo il primato nazionale tra le metropoli per il parametro dell'uso del trasporto pubblico (viaggi/abitante/anno) e il secondo posto per quello dell'offerta (km/vettura/abitanti/anno), sconta i peggioramenti nei parametri dello smog, della mobilità sostenibile (dove resta pesante il dato delle auto circolanti: 71 ogni cento abitanti) e soprattutto della raccolta differenziata (dal 19,5% al 20,7%). La Capitale si è aggiudicata inoltre, la maglia nera a livello italiano per i consumi elettrici domestici pro capite. E' risultata positiva la situazione delle aree verdi e della partecipazione e pianificazione ambientale, ma negativi i parametri dei consumi idrici e per la quota di imprese con certificazione Iso 14001 presente nella provincia.
In realtà tutta la regione Lazio con i suoi capoluoghi, ha occupato i posti in fondo della classifica nazionale. I dati raccolti su 125 parametri ambientali, prevalentemente riferiti all'anno 2009, raccolti attraverso questionari e interviste dirette a 103 Comuni e sulla base di altre fonti statistiche, raccontano infatti di una regione che deve compiere ancora tanta strada su mobilità e smog, rifiuti e raccolta differenziata, depurazione e perdite di rete, consumi energetici e fonti rinnovabili, segno della necessità di un maggiore impegno delle Istituzioni dal punto di vista delle politiche ambientali.
"Roma e i capoluoghi del Lazio soffrono di mal d'ambiente, oppressi da traffico e immondizia, incapaci di riqualificare e innovare agganciando le grandi città europee per rendere migliore la qualità della vita dei cittadini, uscendo così dalla crisi ambientale ed economica planetaria - ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-.
Ad eccezione di Torino, tutti i centri urbani con più di mezzo milione di abitanti vedono peggiorare il loro stato di salute ambientale. Insieme a Roma, "tira brutta aria" anche a Milano, dove è peggiorata in tutti gli indici della qualità dell'aria e Napoli e Palermo che 'soccombono' sotto i cumuli di rifiuti nelle strade. Agli ultimi posti della classifica stanno Crotone e Catania.
Fanno parte della topo ten le città di Trento, Bolzano, Siena, La Spezia, Pordenone, Bologna e Livorno, mentre sul podio resistono Belluno, Verbania e Parma, i comuni delle quali sono stati premiati oggi in Palazzo Vecchio a Firenze.
"La vera emergenza nelle nostre città - ha sottolineato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - è rappresentata spesso dalla mancanza di coraggio e modernità da parte di chi le governa".
Preoccupante risulta essere la forte differenza tra le piccole città e i capoluoghi di provincia ma soprattutto il divario Nord-Sud: per trovare infatti, la prima città del Meridione bisogna arrivare al 19° posto (Salerno). Su questo fronte però l'indagine ha evidenziato segnali incoraggianti citando i casi di Oristano (22° posto), Potenza (26°) e Avellino (29°).