Cronaca

Fedi sparite a morti di Covid, un nuovo caso a Roma: la moglie presenta denuncia per furto

Un episodio, quello accaduto al Tor Vergata, analogo a quanto successo al San Camillo

La fede nuziale e un bracciale. Ricordi del marito morto di Covid il 7 novembre scorso al policlinico di Tor Vergata e che la signora E.M., le sue iniziali, non ha più riavuto.

Oggetti che raccontano, almeno in parte, l'uomo e della sua vita che ora non c'è più. "Ci hanno restituito i suoi effetti in un contenitore sigillato. All'interno c'era tutta la biancheria intima di Paolo (nome di fantasia) e qualche effetto personale, sono però spariti il bracciale in cuoio che aveva una medaglia d'oro e la fede in oro giallo del nostro matrimonio, con scritto il mio nome e la data 21/09/2004", racconta a RomaToday

Oggetti smarriti, spariti o rubati? Opera di sciacalli o della negligenza di qualcuno? Fatto sta che l'episodio ricorda da vicino quanto successo al San Camillo e denunciato dalla figlia di un uomo morto di Covid a 68 anni. Per quella circostanza l'azienda ospedaliera e la Regione Lazio hanno chiesto e avviato una indagine per capire meglio come siano andati i fatti. Un'enigma risolto, stando a quanto riferito dall'assessore alla sanità laziale Alessio D'Amato: "Non c'è stato alcun furto, né sciacallaggio". Un ritrovamento avvenuto a seguito dell'esposto fatto dalla famiglia della vittima ai carabinieri.

La signora E.M. ha fatto lo stesso. Lo scorso 5 dicembre si è recata al Commissariato Romanina, mettendo nero su bianco la sua sua "denuncia di furto". Il marito di anni ne aveva 66 ed era stato ricoverato il 22 ottobre a causa dei sintomi riconducibili al Covid-19: sintomi che poi, a seguito di accertamenti, hanno attestato la positività al virus. 

"Da quando mio marito è stato ricoverato non mi è stato più permesso di vederlo, così come previsto dai protocolli", racconta la donna. Dopo i primi due giorni in triage Covid, Paolo è stato trasferito nel Reperto di Malattie Infettive dell'ospedale e poi, il 25 ottobre, a seguito dell'aggravarsi dello stato di salute è stato trasferito in terapia sub intensiva. 

"Dalle 11 del mattino del 25 ottobre non l'ho più sentito", ricorda la donna che comunque sottolinea: "Le dottoresse e i medici non gli hanno mai fatto mancare una cura, una attenzione. Venivamo costantemente aggiornati". Fino al 7 novembre, quando il marito non ce l'ha fatta. 

Dopo la trafila del caso, il 23 novembre la famiglia riesce a recuperare gli oggetti del loro caro. "Ci hanno detto di aprire il contenitore solamente arrivati a casa e così abbiamo fatto", ma qui hanno avuto un'altra amara notizia: bracciale e fede nuziale sparivi.

"Del bracciale mi interessa poco, la fede era un simbolo. Lui desiderava tanto sposarmi, non se ne separava mai dell'anello. Ci siamo sposati quando ha compiuto 50 anni, il matrimonio è stato un regalo non solo per lui ma per tutti e due. So che non la riavrò mai più ma vorrei che questo non accedesse ad altre persone", ci sottolinea la donna che poi aggiunge: "Quando ho chiamato l'ospedale e l'ufficio relazioni con il pubblico non mi hanno saputo dare risposta se non quello di presentare denuncia". E così ha fatto, con la speranza che la fede possa essere ritrovata così come successo al San Camillo


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