Cronaca

Funerali Diabolik, saluti romani e tensioni fuori dal Divino Amore per l'omaggio negato agli Irriducibili

Tensioni con le forze dell'ordine e la stampa si sono registrate nel piazzale allestito per ospitare le tante persone presenti che non hanno partecipato alle esequie tenutesi in forma privata al Santuario del Divino Amore

Si è svolto a Roma il funerale di Fabrizio Piscitelli, il Diabolik della Curva nord della Lazio ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto al parco degli Acquedotti, all'Appio Claudio. Dopo la cerimonia tenutasi in forma privata alla presenza di 100 persone all'interno del Santuario del Divino Amore la bara del leader degli ultras biancocelesti è stata portata a spalla, da alcuni tifosi, dalla chiesa a piazzale Don Umberto Terenzi gremito di persone. 

Proprio qui si sono però registrate delle tensioni, con la bara di Piscitelli rimasta a lungo al Divino Amore. La moglie di Piscitelli avrebbe voluto far sostare il feretro, fuori dal carro, nel piazzale per un ultimo saluto al marito da parte degli innumerevoli tifosi radunati. Ma la Questura non era d'accordo. Intanto sul piazzale si era creato un clima da stadio. Tanti i cori, cantati tra i fumogeni da "c'è solo un capitano", a "vola un'Aquila nel cielo", e "ciao Fabrì". 

Aria tesa scaturita anche per il divieto ai tifosi di portare a spalla fin giù al piazzale il feretro di Diabolik, atteso da questa mattina dai "suoi" ultras. Poi la bara è stata coperta con un telo nero ed un urlo si è sentito risuonare nel silenzio al suo passaggio: "Rispetto", con gli animi dei tanti presenti che si sono ulteriormente riscaldati. 

Specialmente quello delle figlie Giorgia e Ginevra e della moglie Rita che hanno avuto un animato diverbio con le forze dell'ordine.  La stessa moglie ha poi avuto un malore. Un gruppo di 30 uomini era sceso nel punto dove erano stati esposti alcuni striscioni per ricordare lo storico capo ultras tra cui uno nuovo, giunto probabilmente dalla chiesa, tutto nero, con la scritta a caratteri cubitali "Irriducibili". 

A squarciare il silenzio nel piazzale di Castel di Leva una delle due figlie del Diablo che ha urlato verso le forze dell'ordine ed i giornalisti presenti: "Guarda che avete fatto? Guarda che avete fatto?"

Presenti non solo i tifosi biancocelesti, colori simbolo della curva Nord, ma anche i viola della Fiorentina con i rappresentati di molte curve italiane giunte a Roma per la scomparsa del capo ultras. Fra loro anche romanisti, interisti, milanisti e ultras dell'Hellas Verona. 

Proprio nel piazzale allestito per ospitare le tante persone che non hanno potuto partecipare ai funerali è stato intonato l'inno della Lazio ed una coreografia con fumogeni colorati bianco e azzurri, che hanno salutato il passaggio del feretro del Diablo della Curva nord laziale. Tra i tanti cori per Diabolik "sei uno di noi" e "Fabrizio, Fabrizio" che sono stati intonati a più riprese nell'attesa dell'arrivo del carro funebre.

Con il feretro fermo nel piazzale dove si sono radunati i non presenti nella lista dei 100, dopo un'ora di attesa e tensioni lo stesso è stato trasportato al cimitero Flaminio di Prima Porta. "Fabrizio, Fabrizio", il coro che si è alzato ancora una volta dal piazzale del Santuario al passaggio del carro funebre con le spoglie di Piscitelli. 

Poi urla contro gli agenti del Reparto Mobile che hanno sbarrato con un cordone umano la strada d'uscita al parcheggio del santuario del Divino Amore. "Non cediamo alle provocazioni, non aspettano altro. Facciamolo per Fabrizio" le urla degli Irriducibili che hanno portato via quanti stavano per scontrarsi con i poliziotti intenzionati a seguire il carro funebre con il feretro di Diabolik.

Terminata la messa al santuario del Divino Amore il carro funebre, scortato dalla polizia e seguito dai familiari di Piscitelli, è quindi arrivato dopo oltre un'ora al cimitero Flaminio. La salma di Piscitelli, secondo le volontà espresse in vita del capo ultras, sarà cremata. Oggi, come prassi comune dei cimiteri capitolini, il feretro verrà custodito in un locale refrigerato dell'impianto di cremazione. L'operazione verrà eseguita presumibilmente nei prossimi giorni.

Una lunga giornata quella del funerale di Diabolik, arrivata dopo due settimane di braccio di ferro fra i familiari di Piscitelli e la Questura di Roma, con la stessa che aveva imposto lo scorso 13 agosto un funerale in forma privata al cimitero Flaminio, a cui la moglie e le figlie di Piscitelli si sono rifiutate di partecipare. 

Dopo richieste ed incontri fra le due parti la decisione di svolgere il funerale il 21 agosto al Santuario del Divino Amore, ma con una lista precisa di sole 100 persone autorizzate ad assistere alle esequie nella chiesa di Castel di Leva. Con il pericolo di tensioni e scontri, il Questore Carmine Esposito ha poi firmato nel pomeriggio di martedì 20 agosto un'ordinanza di ordine pubblico nel quale sono state indicate le modalità con le quali si è poi svolto il "Diabolik day". 

Nonostante le rassicurazioni dei familiari di Diabolik e le indicazioni degli Irriducibili, di presenziare alle esequie in "silenzio e compostezza", la città è stata comunque blindata, con uno schieramento di 300 agenti in assetto antisommossa e l'attuazione di tre zone off limits: il Policlinico Tor Vergata da dove è partito il feretro di Piscitelli, il Santuario del Divino Amore appunto ed il cimitero Flaminio di Prima Porta dove è stata poi portata la salma di Diabolik.

Tante le persone presenti nel percorso che ha accompagnato il feretro di Piscitelli da Tor Vergata al cimitero di Prima Porta passando per il Divino Amore, dove, all'arrivo del carro funebre si sono alzate decine di braccia a fare il saluto romano. Fra le centinaia di persone presenti in piazzale Don Umberto Terenzi anche numerosi ultras italiani e personaggi dell'estrema destra romana, come Valerio Arenare e Stefano Schiavulli, di Forza Nuova. 


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