Cronaca

Mafia Ostia, condanne per 50 anni a componenti del clan Fasciani

I Pm: "Un'organizzazione criminale vicina a Cosa Nostra, che autorizzava omicidi, che obbligava la vittima a pagare il pizzo e non denunciare"

Altro duro colpo per la malavita di Ostia. I pm Ilaria Calò e Carlo Lasperanza hanno concluso la requisitoria nel processo bis sulla organizzazione "criminosa di tipo mafioso" sottolineando il ruolo svolto dagli imputati appartenenti al clan Fasciani "che hanno alternato violenza e investimenti".

Nel complesso i rappresentanti dell'accusa hanno chiesto oltre 50 anni di condanna per gli imputati. Nello specifico per il boss Carmine Fasciani i pm hanno sollecitato 10 anni di carcere (più 3 di libertà vigilata), 8 anni (più 3) per la moglie Silvia Franca Bartoli e 7 anni (più 3) per la figlia Azzurra. Da tre a sei anni, invece, le richieste per le nove "teste di legno" emerse nell'operazione Tramonto che ha portato a 16 arresti, nel marzo del 2014

La banda, secondo, i pm "autorizzava omicidi e gambizzazioni, si finanziava con le estorsioni e il narcotraffico". Inoltre induceva la vittima "a negare i soprusi e a non denunciare". L'accusa contesta anche "l'intestazione fittizia di beni con riferimento a stabilimenti balneari, chioschi-bar, esercizi di ristorazione, società, autovetture, concessionarie e immobili intestati a 'teste di legno', ma riconducibili ai Fasciani".

Secondo i pm Calò e Lasperanza "con una mano si facevano gli investimenti e con l'altra si sparava". Questo processo è un'appendice di quello, terminato il 30 gennaio scorso davanti a un'altra sezione del tribunale con 14 condanne per oltre 200 anni di carcere complessivi che hanno messo in ginocchio il clan Fasciani. 


 


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