Cronaca

Morte Maddalena Urbani: Cassazione conferma le condanne per gli imputati

Secondo i giudici i due imputati non chiamarono i soccorsi quando la ragazza cominciò a sentirsi male

Maddalena Urbani aveva 20 anni

La corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi, confermando quindi le condanne emesse dalla corte d'Appello di Roma, per i due imputati per la morte per overdose di Maddalena Urbani, figlia del medico che isolò per la prima volta il virus della Sars. La ragazza di appena 20 anni morì dopo essersi iniettata una dose di eroina. "La Cassazione ha confermato che gli imputati non chiamarono i soccorsi accettando il rischio che Maddalena potesse morire", ha spiegato il legale della famiglia della vittima. Nel dispositivo di sentenza la Suprema Corte, ha reso definitiva la condanna a 4 anni e sei mesi per Abdulaziz Rajab, lo spacciatore siriano imputato per omicidio colposo e a tre anni per Kaoula El Haouzi, accusato dello stesso reato. 

I giudici hanno confermato che entrambi non chiamarono i soccorsi quando la ragazza cominciò a sentirsi male. La tragedia avvenne il 27 marzo del 2021 in un'abitazione in zona Tomba di Nerone, a Roma Nord. 

È già definitiva invece la condanna comminata in Appello a 3 anni per l’amica di Maddalena che era in casa, Kaoula El Haouzi, inizialmente accusata di omissione di soccorso e condannata in primo grado a due anni, dal momento che non ha la sua difesa non fatto ricorso in Cassazione. “La Suprema Corte ha confermato che gli imputati non chiamarono i soccorsi prevedendo e accettando il rischio che Maddalena Urbani potesse morire”, dichiara l’avvocato Giorgio Beni, legale di parte civile.


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