Cronaca

Morti intossicati a Fiumicino, monossido o botulino: sulle cause si attende l'autopsia

L'ipotesi iniziale sulle cause del decesso di Domenico e Francesco Paladino parlavano di cibo avariato. Il figlio superstite però è ricoverato al Gemelli per intossicazione da monossido di carbonio. Lo hanno attestato le analisi

Monossido di carbonio o batterio botulino. Il gas sprigionato dal braciere o i cibi fatti in casa mal conservati. Sono ancora da chiarire le cause che hanno portato alla morte di Domenico e Francesco Paladino, zio e nipote, trovati senza vita nella loro casa di Torrimpietra (Fiumicino) per cause legate, con ogni probabilità, a un'intossicazione. I due avevano appena mangiato degli alimenti sott'olio e la prima ipotesi al vaglio è che il decesso sia stato causato da un batterio killer contenuto nei cibi andati a male.

Il figlio 23enne di una delle vittime, anch'egli presente durante la cena, è invece ricoverato in prognosi riservata al Policlinico Gemelli. E proprio le analisi appena effettuate sul giovane accertano per lui un avvelenamento da monossido di carbonio. Che anche i due decessi siano da attribuire al gas? Lo stabiliranno l'autopsia e gli esami tossicologici. L'appartamento è molto piccolo e non è escluso che il monossido possa essere una concausa della tragedia.

Tutto ha avuto inizio alle 22 di sabato. Domenico, Francesco e il figlio Leonardo hanno cenato nel loro casolare di Torrimpietra, in aperta campagna. Hanno mangiato carne e sottaceti fatti in casa. Qualche ora dopo i primi malori e la chiamata del ragazzo al 118. L'Ares ha riferito che la telefonata è arrivata intorno alle 2.30, una richiesta di soccorso in Via della Riserva del Pascolaro 159. Il richiedente diceva che un suo parente non respirava bene, dava l'indirizzo, confermava il numero di cellulare da cui stava chiamando e diceva di chiamarsi Vaglio Leonardo.

L'ambulanza arrivata sul posto ha avuto difficoltà a trovare il luogo e dopo una decina di tentativi nelle abitazioni della zona e telefonate senza risposta al numero del ragazzo rientra in centrale. La mattina dopo un vicino, preoccupato per non aver visto i tre in un incontro stabilito in mattinata, sfonda le porte e trova i corpi. Carica sull'auto il giovane, unico superstite, trasportandolo all'ospedale.


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