Cronaca

Omicidio Magliana: "Se qualcuno si fosse fermato Sara sarebbe ancora viva"

La giovane vittima ha chiesto aiuto a due automobilisti che hanno proseguito la loro corsa: "Tutte le donne minacciate devono avere il coraggio di denunciare"

Da sinistra Luigi Silipo, Maria Monteleone e Maurizia Quattrone

"Se qualcuno si fosse fermato a prestare aiuto Sara sarebbe ancora viva". Così il sostituto procuratore di Roma Maria Monteleone nel corso della conferenza stampa sull'arresto di Vincenzo Paduano, la guardia giurata 27enne accusata di avere ucciso l'ex fidanzata 22enne, trovata carbonizzata all'alba di domenica al civico 1090 di via della Magliana. 

Un aspetto, quello dell'indifferenza di almeno due automobilisti passati in via della Magliana mentre la giovane vittima chiedeva aiuto, rimarcato anche dal capo della squadra mobile Luigi Silipo che sempre nel corso della conferenza stampa di stamane ha sottilineato: "Comprendo che passare di notte in una zona isolata e vedere qualcosa di strano possa mettere timore a chiunque. Ci vuole però coraggio da parte dei cittadini, da parte di chi passa e vede qualcuno in difficoltà. Una telefonata al 112 o al 113 è gratis. In questo caso avrebbe potuto salvare la vita di una giovane ragazza". "Se si vedono cose strane - ha concluso Silipo - è dovere civico di ogni cittadino quello di chiamare le forze dell'ordine".

Prima di essere raggiunta ed uccisa da Vincenzo Paduano la 22enne ha infatti incrociato "almeno due automobilisti" che non si sono né fermati a prestarle aiuto né hanno chiamato le forze dell'ordine. Gli stessi sono poi stati ascoltati nel corso della nottata, ma hanno giustificato il loro proseguire dritti dicendo agli investigatori "di non aver compreso il pericolo in cui si trovava Sara e manifestato anche timore per la loro incolumità". 

Violenze sulle donne con conseguente femminicidio che, come sottolineato più volte dalla dottoressa Monteleone, "le donne vittime di atti persecutori devono avere il coraggio di denunciare sempre. Devono avere il coraggio di raccontare ad amici e familiari quanto gli sta accadendo. Quanto successo a Sara si sarebbe potuto evitare se solamente si fosse compreso la pericolosità del Paduano. Un amore morboso, possessivo che non si era mai manifestato con la violenza ma con atti persecutori nei confronti della vittima che avrebbero dovuto far suonare un campanello di allarme". "Chi è vittima di atti persecutori deve avere il coraggio di denunciarlo". 

"Vedere una scena del crimine come quella che ci siamo trovati davanti all'alba di domenica - ha aggiunto il dirigente della Squadra Mobile Maurizia Quattrone - ci ha toccato profondamente a tutti. Ci vuole coraggio a denunciare, ma ci vuole ancora più coraggio a fare finta di niente, soprattutto pensando che la vita di Sara si sarebbe potuta salvare". 


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