Da Ciampino al Salento per spacciare Mdma. Un 'lavoretto estivo' costato caro ad un 24enne residente nel comune in provincia di Roma sorpreso dai carabinieri in flagrante attività di spaccio nella provincia leccese. Sottoposto a perquisizione personale i Militari dell'Arma lo hanno trovato in possesso di 21 dosi di Mdma per un peso complessivo di 5,3 grammi. Il giovane è stato arrestato con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

OPERAZIONE SAN LORENZO - Il fermo è arrivato lo scorso week end all'inizio della settimana più intensa dell’estate salentina con i carabinieri della Compagnia di Maglie, hanno svolto un servizio coordinato finalizzato alla prevenzione e alla repressione del traffico di sostanze stupefacenti all’interno dei locali notturni della costa orientale.

DROGA PER I TURISTI - Una massiccia presenza di turisti, che inevitabilmente diventa una appetitosa piazza per i malintenzionati, piccoli spacciatori in cerca di soldi facili, che giunti da tutta la penisola, si riversano nei locali notturni alla ricerca di giovani sbandati, attirati dall’insano e costoso “sballo” della droga. Circa 30 gli uomini della Compagnia di Maglie impiegati nell’operazione, con 10 autovetture, che hanno operato diversi arresti.

PUSHER IN MANETTE - Oltre al giovane 24enne di Ciampino i carabinieri hanno arrestato altri quattro spacciatori giunti in Salento dalle province di Bari, Napoli e Salerno. Nel  corso del medesimo servizio sono stati inoltre denunciati a piede libero due uomini di Melfi, un 24enne di Chieti, ed un 31enne di Chioggia (provincia di Pordenone). Due giovani salentini, un 26enne di Martano, un cittadino del Senegal di 46 anni.

CONTROLLI STRADALI - Inoltre, durante i servizi di controllo della circolazione stradale, sono stati deferiti in stato di libertà 4 persone per guida sotto l’effetto di stupefacenti e segnalate 11 persone di età compresa tra i 20 e i 34 anni per uso non terapeutico di sostanze stupefacenti. Gli arrestati, su disposizione del dottor Arnesano, Pm di turno, sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari presso le attuali località in cui trascorrono le vacanze, che in due dei 5 casi, corrisponde ad una stanza di hotel.