Cronaca

Usura: si getta dal quinto piano l'antiquario di via del Babuino

Carlo Lampronti era coinvolto in un'inchiesta su un vasto giro di usura nella capitale. Nei giorni scorsi era stato rinviato a giudizio. L'uomo gestiva due negozi di antiquariato, di cui quello molto noto in via del Babuino

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i è ucciso gettandosi dal quinto del suo appartamento sul lungotevere Mellini. Così Carlo Lampronti ha deciso di mettere fine alla sua vita e alla vergogna che lo aveva travolto per essere stato coinvolto in una vasta inchiesta su un giro d'usura della Capitale. Proprio nei giorni scorso a quello che era noto alle cronache come l'antiquario di via del Babuino era stato recapitata l'atto di chiusura delle indagini con contestuale richiesta di rinvio a giudizio.

Il 12 marzo scorso i carabinieri avevano sequestrato diversi beni di proprietà di Carlo Lampronti: oltre ai due negozi di antiquariato, i militari avevano messo i sigilli a tre appartamenti, un box e alcune autovetture. L'inchiesta del pm della procura della Repubblica Pietro Pollidori era scaturita dalla denuncia di un cambiavalute.

Secondo quanto esposto dalla vittima, il noto antiquario romano aveva preteso interessi del 5-7 % mensile per la restituzione di un prestito di circa 540 milioni di vecchie lire concesso anni fa. Con il tempo, il debito era cresciuto giungendo a livelli insostenibili per la vittima che si era rivolta ai carabinieri del nucleo investigativo di Roma che avevano eseguito il decreto di sequestro preventivo emesso dal gip presso il Tribunale di Roma su richiesta del pm Pollidori.

Le indagini sono state sviluppate dai carabinieri del nucleo investigativo di via in Selci che alcuni mesi fa, nel corso di una perquisizione domiciliare, sequestrarono all'antiquario assegni per 12 milioni di euro, detenuti a titolo di garanzia dei prestiti elargiti.

Proprio oggi presso il Tribunale del riesame era prevista l'udienza per la vicenda del sequestro di auto e appartamenti di proprietà dell'antiquario.


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