Cronaca

Non riesce a pagare l'affitto e chiede denaro al collega di lavoro: "Se non paghi ti ammazzo"

In sei mesi la donna ha ricevuto oltre 2mila telefonate dal suo aguzzino

Foto d'archivio

Uno stipendio da 800 euro al mese, un marito rimasto senza lavoro a causa della pandemia ed affitti arretrati non pagati per un totale di 27mila euro. Così una donna, impiegata in una ditta di pulizie di Centocelle, si è prima rivolta ad amici e parenti ottenendo piccole somme di denaro. Poi, non riuscendo a far fronte ai debiti che mano a mano salivano, si è rivolta ad un collega di lavoro chiedendogli 4mila euro. Richiesta che l'uomo le aveva accordato, anche con modi affabili, rassicurandola del fatto che glieli avrebbe potuti ridare tranquillamente in 4 o 5 mesi e che lui si sarebbe preso solamente un piccolo interesse di 1000 euro. Rassicurazioni che però celavano l'incubo in cui la donna sarebbe finita, con il collega divenuto poi il suo aguzzino per mesi. 

Trovato il coraggio di denunciare il tutto ai carabinieri dopo che il marito - inizialmente all'oscuro di tutto - aveva scoperto la situazione, inizialmente senza fare il nome del suo aguzzino per timore, i militari hanno poi ricostruito mesi di minacce arrestando il cravattaro, un insospettabile 29enne residente al Quarticciolo, incensurato, che nel corso dei mesi l'ha minacciata ripetutamente di morte, aggredendola in diverse occasioni e procurandole ematomi e ferite.

Chiaro il tenore minatorio di alcune intercettazioni nel corso delle quali l'usuraio non si nascondeva di certo dietro le parole: "Se non mi dai i soldi che ti ho chiesto vengo a casa tua e ti ammazzo", "ti brucio casa". Ed ancora: "Guardati sempre le spalle perchè altrimenti meno a te, tuo marito e tua suocera". "Non ho paura di nessuno mi fanno le pip** sia i carabinieri che tuo zio". Oltre duemila telefonate (2012 per la precisione) ricevute dalla donna sotto forma di minaccia dal dicembre del 2020 al maggio dell'anno successivo. 

L'inizio dell'incubo 

L'incubo per la donna, una 50enne residente a Centocelle, è cominciato nel dicembre del 2020 quando la vittima si è rivolta al 29enne ottenendo un prestito di 4mila euro. La donna riesce a restituire in poco tempo metà del debito, ma la vicenda è solamente all'inizio. Lo strozzino le chiede 1000 euro a titolo di interessi, che poi diventano 40mila. Quindi, su preghiera della donna, scendono a 6mila euro.

L'operaia continua a sobbarcarsi, riesce a pagare all'uomo 8mila euro, ma i debiti per gli affitti non pagati non sono ancora stati saldati e lievitano. La donna, proprietaria al 50% di un appartamento con la sorella, decide di venderlo ma l'usuraio lo viene a sapere e pretende altro denaro a titolo degli interessi dei debiti pagati con ritardo. "Non aspetto più, te pensi che sto a gioca'", le minacce al telefono dell'uomo. Ed ancora "Non stai a casa, t'ho sonato. Ndo stai?". "L'hai vennuta 'sta casa?". 

La donna denuncia mesi di vessazioni e violenze fisiche, mostra i segni delle aggressioni ma non ha il coraggio di dire ai carabinieri il nome del suo aguzzino. Minacce che la stessa riceve anche in caserma, quando racconta ai militari l'incubo che sta vivendo ricevendo una telefonata anonima ascoltata davanti agli inquirenti "Non te ne frega un cazzo finché non faccio una strage". 

Da qui le indagini che portano alla luce telefonate minatorie ed aggressioni fisiche, due volte in strada a Centocelle quando il 29enne costringe la donna a salire sulla sua auto e, dopo averla schiaffeggiata e presa a calci si fa consegnare del denaro, ma anche a casa dove lo strozzino si presenta armato di un bastone di ferro al grido di "voglio i soldi altrimenti ti ammazzo". Danneggia con un bastone lo spigolo di una parete e se na va promettendo di tornare presto per riscuotere il denaro. Poi altre minacce sotto casa e all'uscita dal lavoro.

Vessazioni che come raccontato poi da una conoscente della vittima ascoltata dai carabinieri in sede di indagini, portarono l'uomo a farsi consegnare il bancomat della vittima da quale svuotò il giorno stesso gli 800 euro dello stipendio che gli avevano appena accreditato sul conto. 

L'8 febbraio, su richiesta del procuratore aggiunto Giovanni Conzo e su disposizione del giudice per le indagini prelimimari Massimo Marasca l'usuraio è quindi stato arrestato ed è finito in carcere. E' accusato di usura ed estorsione aggravate in danno di persone che si trovano in stato di bisogno. 
 


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