Cultura

Al Mattatoio di Testaccio la protesta dei lavoratori dello spettacolo: "Vogliamo tutto"

Il 27 marzo, Giornata mondiale del teatro, un gruppo di manifestanti ha organizzato un'assemblea alle vasche della Pelanda. Tra le richieste: maggiori fondi e spazio ai gruppi sperimentali

Foto dall'account Instagram Assemblea_lavorat_ spettacolo

La Giornata internazionale del teatro, mercoledì 27 marzo, a Roma è stata l’occasione per i lavoratori dello spettacolo di far sentire la propria voce, con una mobilitazione intitolata “Vogliamo tutt’altro”. Nel tardo pomeriggio un centinaio di manifestanti si sono riuniti negli spazi del Mattatoio di Testaccio per un’assemblea pubblica, che si è tenuta nell’area delle vasche della Pelanda. Ma la mobilitazione era iniziata già ore prima, con la comparsa di manifesti affissi agli ingressi dei teatri di Roma: “Il teatro pubblico? Il 40% di chi ci lavora è precario”, si legge in uno. “Dichiariamo lo stato di disastro culturale” recita un altro. 

Le richieste dei manifestanti

“Proprio il Mattatoio - spiega il gruppo in una nota - è il simbolo per la comunità artistica della mancanza di visione delle politiche culturali della città: uno spazio a vocazione multidisciplinare, per la ricerca, la trasmissione dei saperi e la produzione del contemporaneo, dopo innumerevoli tentativi di creare un polo delle arti mai realizzato. Proprio in questa giornata segnaliamo così che la scena contemporanea non accade solo nei Teatri, ma è un ecosistema complesso fatto di spazialità diffusa, di luoghi per la ricerca, la trasmissione, la formazione orizzontale. Fuori dai tempi stretti della produttività, le pratiche della ricerca hanno bisogno di impensato, di selvatico, di una pluralità di luoghi pubblici e istituzioni dal basso, di temporalità distese. Mentre l'assemblea di Roma si riconvoca per il 3 aprile, si apre l'assemblea di Bologna in piazza Maggiore. Mettiamo al centro un ceppo, un ramo, un legno di fronte allo stato di disastro culturale, continuiamo ad accendere fuochi. Ovunque. Vogliamo tutt'altro”. I manifestanti chiedono, in particolare “che i fondi per il contemporaneo e la ricerca vengano aumentati e non tagliati”, “che il nostro lavoro, precario per definizione, venga considerato importante”, “una cultura plurale che dia voce a tutt?”, “gruppi sperimentali e di ricerca nelle programmazioni teatrali”, “il cessate il fuoco immediato a Gaza e lo stop al genocidio”.

Nella serata, il gruppo si è spostato all’esterno del Mattatoio, con striscioni e fumogeni. 


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