Economia

Rome Technopole, il politecnico romano finanziato con i fondi del Recovery

Presentato il progetto sinergico fra Regione Lazio, Unindustria e i principali atenei italiani. Zingaretti: "Così ripartiamo dopo il Coronavirus"

Il Politecnico romano si farà e sarà finanziato con i fondi del PNRR, il Recovery Plan di matrice europea. E’ questo l’esito della conferenza stampa nella sede centrale della Camera di Commercio di Roma che ha visto protagonisti il presidente di Unindustria Angelo Camilli, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti oltre a la Rettrice della Sapienza Università di Roma Antonella Polimeni, al Rettore dell’Università degli Studi di Roma Tre Luca Pietromarchi e al Pro Rettore di Roma Tor Vergata Vincenzo Tagliaferri. “Eccellenti per natura” è il claim del nuovo progetto che punta a convogliare in una fondazione pubblico-privata le specificità accademiche e produttive della regione Lazio.

Un unico polo per i punti di forza del sistema universitario, dunque, nonché l’idea di “incrementare il numero di laureati magistrali nei settori di maggiore prospettiva e interesse strategico regionale”, migliorare il dialogo fra sistema accademico e produttivo, diminuire il ben noto mismatch fra domanda e offerta di lavoro sono solo alcuni fra gli obiettivi del progetto annunciato il 6 di luglio.

Il Rome Technopole sarà un polo transdisciplinare e multitecnologico, proiettato sullo scenario internazionale con al centro le priorità della didattica, la ricerca, il trasferimento tecnologico; i pilastri dell’offerta saranno quelli della transizione energetica e della sostenibilità, della trasformazione digitale, dell’agri-bio farmaceutica e della salute. L’obiettivo è la partenza dei primi corsi già per l’anno 2022, mentre nel 2023 potrebbero essere attivati i primi percorsi di laurea magistrale e le scuole di dottorato; 800 nuovi ricercatori, 500 nuovi dottorandi e 100 research fellows in cinque anni sono le metriche di successo attese dai proponenti, oltre a 1500 borse di studio e il raddoppio dei laureati magistrali nelle aree interessate dal progetto.

Secondo Unindustria, Regione Lazio e gli atenei promotori, si potrà in questo modo rafforzare l’offerta culturale di una regione (il Lazio) che vanta il maggior numero di laureati in generale e numeriche interessanti sulle lauree di maggior impatto nella contemporaneità. Con l’evento di oggi si insedia il gruppo di lavoro che mira a costruire il progetto del Politecnico romano “da includere nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” con l’obiettivo di “rafforzare l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione che valorizza, integra e implementa capacità e competenze degli Atenei e delle Imprese”.

"Siamo parte attiva e convinti sostenitori di questo grande progetto di innovazione, inizio del futuro post Covid" , ha detto Nicola Zingaretti nel suo intervento. “Questo progetto lo abbiamo redatto assieme alle tre Università romane nei mesi scorsi e coinvolge 25 grandi imprese nazionali e multinazionali. Il presidente Zingaretti ha dato il suo impegno per sostenere questa iniziativa. La Regione Lazio infatti farà la sua parte per quanto riguarda la proposta per inserire questo progetto nel Pnrr. Quindi speriamo che questo piano possa vedere la luce entro l'inizio dell'anno grazie ai fondi del Recovery". Lo ha detto Angelo Camilli, presidente di Unindustria in una dichiarazione rilanciata dalle agenzie di stampa ed ha aggiunto: " Il presidente Zingaretti ha volto dare il suo impegno e la Regione farà tutto quello che potrà anche con le risorse che avrà a disposizione con la nuova programmazione europea, e saranno circa 800 milioni in più rispetto alla vecchia. Sappiamo che circa 87 mld del Recovery saranno di competenza delle regioni e dei comuni e quindi ci auguriamo che da settembre inizi la fase di selezione per avere una certezza sulla fattibilità dell'iniziativa".

“Andiamo verso un mondo nuovo, ma sappiamo che anche la produzione e l'economia attingeranno al sapere”, ha spiegato Lorenzo Tagliavanti: “Roma non ha costruito in passato una filiera efficiente ed efficace per trasportare il sapere nel mondo della creazione e della ricchezza. Non siamo riusciti a realizzare il saper fare. Questo obiettivo ha a che fare con il futuro di Roma: o riusciremo ad attivare questa filiera o sarà il declino della città, ma questo non lo vogliamo, soprattutto ora che il Paese sta ripartendo. Questa è una novità di collaborazione tra atenei, ma è anche un elemento di collaborazione con le imprese. Tutto il sistema produttivo di Roma sostiene questa iniziativa. Spesso si dice che Roma non ha idee. Questa lo è e ci attendiamo il sostegno dal governo nazionale per una buona idea nata dal sistema Roma”.


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