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10 miniballetti al Teatro del Lido di Ostia

Un’antologia di danze in bilico tra geometria e turbinio, dove l’elemento aereo é paradigma di riflessione sui confini del controllo.

Un’antologia di danze in bilico tra geometria e turbinio dove l’elemento aereo è paradigma di riflessione sui confini del controllo. Correnti e bufere, ventilatori e droni, uccelli e grand-jeté diventano allegorie sul legame tra coreografia e danza in un’indagine che rimbalza tra la ripetibilità del gesto e l’improvvisazione, tra la scrittura e l’interpretazione.

A fare da spartito un quaderno delle scuole elementari su cui Francesca Pennini annotava decine di coreografie mai eseguite. Una macchina del tempo per un’impossibile archeologia che si declina sulla scena in una serie di possibilità strampalate. Il corpo viene messo alla prova prendendo in prestito i principi della termodinamica, passando dalla plasticità ginnica alla dinamica più vaporosa ed effimera.

Tra contorsioni e sforzi asfittici si innesca uno scambio respiratorio che mescola i volumi tra corpo e spazio, tra scena e pubblico in una geografia mobile, sospesa e decisa, fluttuante e depositata.


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