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“Astor”, un secolo di Tango nel parco di Casa del Jazz

Domenica 1 agosto, in Prima a Roma, “Astor” Un secolo di Tango, una nuova produzione del Balletto di Roma e le musiche di Astor Piazzolla eseguite dal bandoneonista Mario Stefano Pietrodarchi, con la direzione musicale e gli arrangiamenti di Roberto Molinelli, Luca Salvadori, le coreografie di Valerio Longo, il light design, Carlo Cerri e la regia di Carlos Branca.

La Compagnia del Balletto di Roma, che promuove da sempre la danza d’autore italiana in Europa e nel mondo, intraprende un nuovo viaggio nelle suggestioni e nelle sonorità del tango, in occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla (2021), tra i più importanti autori e interpreti musicali di questa forma d’arte nata nei sobborghi di una Buenos Aires di fine ‘800. Nato dall’esigenza di comunicare tra persone di culture, lingue e tradizioni diverse: il tango ci ricorda che i passi del migrante sono, oggi più che mai, quelli che vivono tra distacco e speranza.

Le musiche di Piazzolla, arrangiate per l’occasione dall’estro eclettico di Molinelli, ed eseguite al bandoneón da Mario Stefano Pietrodarchi, esecutore brillante di fama internazionale, saranno le vere protagoniste di questo concerto danzato; lo strumento è protagonista a tal punto che la sua musica diventa quasi un soffio, un respiro che alimenta il fuoco del movimento scenico, diretto dal regista argentino Carlos Branca, fondendosi con esso: una partitura che si arricchisce – attraverso il corpo – di melodie cinetiche.

Ispirato dalla presenza fortemente teatrale del maestro Pietrodarchi, dai preziosi effetti luce di Carlo Cerri, ma anche dagli eventi biografici legati a un vissuto di migrazione familiare, il coreografo Valerio Longo porta otto danzatori del Balletto di Roma a compiere un viaggio trasformativo in cui respiri, abbracci, fusioni sono al centro di azioni coreografiche minimali e astratte nelle quali “coraggio” è la parola chiave: il coraggio declamato dai testi immortali di Jorge Luis Borges, nei suoi tanghi e milonghe, ma anche quello dello stesso Piazzolla, che ha rotto gli schemi della musicalità del “tango viejo” per arrivare al “nuevo tango” che lo ha reso celebre in tutto il mondo. A fare da collante fra tutti gli elementi compositivi di quest’opera/concerto sarà la maestria e l’esperienza di Carlos Branca, regista argentino di spicco sia nel panorama teatrale italiano che in quello sudamericano, nonché profondo conoscitore del “mondo Piazzolla”.

ASTOR rievoca i sentimenti degli odierni migranti andando oltre la purezza tecnica e rituale del tango, per rafforzarne energie, desideri e palpitazioni tutte contemporanee in un concerto da cui fioriscono corpi capaci di esprimere l’audacia di un respiro mancato e quella di un abbraccio negato: un atto d’amore, dopo la violenza di un virus che tutto ha spazzato via, tranne la voglia di ritrovarsi e stringersi.
 


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