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Babele. Le opere di Gloria Argelés in mostra


Le 30 opere della mostra di Gloria Argelés, “BABELE”, realizzate tra il 2000 e il 2018 utilizzando tecniche diverse, sculture di legno, rete metallica, rilievi in carta e disegni sono la riflessione dell’artista argentina sulla nostra Babele contemporanea, la storia del Novecento e sul disagio dl questo inizio di secolo. Al contempo sono espressione della sua poetica.

Babele. Le opere di Gloria Argelés in mostra

La mostra, dal 20 aprile al 17 giugno al Museo di Roma in Trastevere, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Manuela Evangelista. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

Si possono percorrere gli spazi della mostra cominciando da i cinque ritratti, (ombre da rete metallica), di personaggi che rievocano il pensiero del secolo scorso (Arendt, Freud, Gandhi, Mao, Marx), come fosse un’archeologia che si trasporta nel contemporaneo.

La visione di Gloria Argelés, però si concretizza in maniera evidente nell’installazione di ombre e rete che raffigura la Torre di Babele, simbolo nella sua iconografia, della caduta del potere e dell’origine del caos.  

Ombre e destrutturazione dell’identità individuale

Ombre di gente in fuga, costretta all’abbandono della propria identità, s’intravedono in mezzo a opere come Buenos Aires, con un velato riferimento agli anni della dittatura militare, o New York tra i cui grattacieli tratteggiati con la rete metallica spiccano due rettangoli vuoti, le Twin Towers, esplicito simbolo della tragedia dei nostri tempi.
 
La destrutturazione dell’identità individuale anticipa i tempi quando prende forma nelle sculture lignee, come in Walking around dove la trasformazione diventa lo strumento lessicale con il quale l’artista evidenzia la sua analisi. 

Progressivamente, Gloria Argelés arriva alla costruzione della scultura H-Ombre, dove il corpo diventa struttura, realizzata con reti metalliche traforate: nella sua proiezione diventa ombra. Con la rete metallica, la Argelés costruisce immagini lievi ed evanescenti, il cui senso ultimo è da leggere nella precarietà, nell’instabilità mutevole che caratterizza le proiezioni dell’inconscio. 
Attraverso l’utilizzo di materiali eterogenei, dunque, l’artista conduce lo spettatore in un percorso ragionato, in cui le tecniche differenti e le soluzioni distinte che implicano portano a una stessa espressione concettuale.

La mostra Babele è corredata da un catalogo che accoglie il testo dello storico e critico d’arte Enrico Crispolti.
Prefazione di Silvana Bonfili, responsabile gestione spazi espositivi del Museo di Roma in Trastevere.
 


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