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Bagliori d’Avanspettacolo: vita morte e miracoli di una compagnia di provincia

Debutta il 9 febbraio al Teatro Anfitrione di Roma Bagliori di Avanspettacolo, vita morte e miracoli d’una compagnia di guitti, scritto e diretto da Patrizia Masi. In scena, fino al 12 febbraio, Patrizia Masi, Antonia Petrangeli, Antonella Cappucci, Maddalena Fierro, Lello Somma, Ornella Pennacchioni, Mauro Bassano, Monica Ferzi, Anna Valentino, Simona Dascalu.  

Accompagnamento musicale dal vivo Orchestrina Gran Bazaar  diretta da Vincenzo de Filippo (Pianoforte e Voce) con Luca Cipriano (Clarietti), Andrea Filippucci (Chitarra ed Elettronica), Giovanni Campanella (Batteria), Mauro Bassano (Organetto, Chitarra battente, Zampogna)

La storia grottesca di un’onorata compagnia di guitti, in bilico tra lo scoppio della Seconda guerra mondiale e la Liberazione. Lo squarcio di un’epoca, vissuta attraverso i ricordi di una capocomica, che sopravvive all’oblio, ripercorrendo gli anni dell’Avanspettacolo, dei mille stratagemmi per sopravvivere, per procurarsi una scrittura, per coltivare una speranza. Un periodo in cui gli artisti dovevano inventarsi, e mangiare era il raggiungimento del sogno, non nei momenti di fame, ma di voglia di vita. Sacerdotessa di una funzione che non ha più proseliti, ma che è la chiave per assicurarsi l’eternità, la Capocomica fantastica un nuovo debutto, farnetica il successo nell’assoluta mancanza di tutto. Immagina e la realtà è redenta. Arrivano alla spicciolata donnine e gaglioffi di primo pelo, artisti decaduti e orchestrali.

Una mostruosa accozzaglia di generi. La monnezza del primo dell’anno. “Ce la faremo, tanto più se ci danno per spacciati. Noi artisti siamo maestri nell'arte di arrangiarci”. Di questa proditoria certezza ci vanno a nozze, per esperienza, per una leggendaria vocazione al sacro “puttanesimo”. In effetti, è sempre stato il distintivo del nostro spirito nazionale l’arte di arrangiarsi, che descrive la capacità innovativa e creativa dell’essere artisti. Una metafora dell’Avanspettacolo, cuore pulsante di segreti, miracoli, sogni semplici di quegli anni sgualciti dalla guerra. Cosce-coscione-bambinone, ammiccamenti, promesse audaci, fischi, pernacchie, piume-belletti-sgambetti, reggicalze-reggiseni,a’reggeme-che-casco, saltarelli e swing nostrano. Uno spaccato dei teatrini di provincia degli Anni 40: le scalcinate rappresentazioni, le stazioni, la fame, i torpedoni, il fuggi-fuggi generale, la guerra, che non riuscì mai ad abbattere i sogni di gloria e quella indistruttibile realtà di cartapesta.

Sound & Light Engineering, Pasquale Citera / Scenografia, Cristina  Costantini / Costumi, Juliette Bercham / Acconciature, Cocolemocò / Riprese Video, Renato Mariani / Assistente di Produzione, Antonia Petrangeli / Direttore di Scena, Loredana Oradei / Direttore di Produzione, Vincenzo Lupi / Fotografia, Emanuele Marzi


 


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