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Corteo di Cerere alla 69esima sagra della porchetta di Ariccia

In occasione della 69esima Sagra della Porchetta di Ariccia IGP non mancheranno gli appuntamenti con la cultura e sabato 7 settembre, alle ore 18.00, andrà in scena la rievocazione storica in costume del Corteo di Cerere.

La manifestazione ideata da Archeoclub Aricino Nemorense, presieduto da Maria Cristina Vincenti, quest’anno vedrà la partecipazione del Gruppo Storico Lanuvium, diretto da Massimo Fiorini, con oltre cinquanta figuranti. L’evento, inserito nelle manifestazioni della Sagra 2019 sarà reso possibile grazie alla collaborazione con il Comitato Festeggiamenti, il Comune di Ariccia, il Palazzo Chigi, il Museo Civico Lanuvino, il Comune di Lanuvio e i produttori di porchetta IGP e di pane del territorio. 

Il corteo, come di consueto, uscirà dal portale della splendida dimora barocca di Palazzo Chigi e quest’anno in via del tutto eccezionale sfilerà sul Ponte Monumentale, per proseguire sulla Piazza di Corte e transitare lungo il corso Garibaldi. I rievocatori in costume impersoneranno i devoti alla dea Cerere e ricostruiranno la processione votiva in onore della dea del grano con offerte di pane e focacce, tra cui la maza sacra a Giunone Sospita, cereali (farro, orzo, ceci, ecc.), frutta, vino e maialini votivi. Apriranno il Corteo la dea Cerere e Persefone  (fanciulla offerente). Al centro del corteo l’immancabile maialino votivo o porchetta. La manifestazione si concluderà sulla Piazza di Corte con la riproposizione di antichi culti e danze a cura di Luana Calvani, direttore artistico del Gruppo Storico Lanuvium. Durante il corteo la narrazione sarà affidata ad un gruppo di archeologi quali Alberto Silvestri, Luca Attenni e Maria Cristina Vincenti che spiegheranno al pubblico il significato della manifestazione. 

Un cibo ‘divino’ dunque la porchetta, destinato sin dall’antichità agli dei ed oggi eccellenza culinaria del Lazio. Ma la porchetta di Ariccia, in età romana Aricia patria della madre dell’Imperatore Augusto, non solo è la più famosa (ha ottenuto nel 2011 il riconoscimento IGP) ma è anche molto antica e ce lo dice l’archeologia. Nel 1927 proprio nel lato ovest della Valle di Ariccia vennero alle luce una serie di statue in terracotta (risalenti al III sec. a.C.), tra cui alcune offerenti in trono con un maialino tra le mani, ora esposte al Museo Nazionale Romano, che rivelarono il culto di Cerere nella città latina. L’offerente con maialino pone oggi anche l’accento sulla denominazione stessa del noto prodotto gastronomico: il termine “porchetta” (ovvero “piccolo maiale di genere femminile”) si conserva sin dall’antichità, in palese contraddizione con l’animale adulto usato per la sua lavorazione.
 


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