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Edoardo Sylos Labini al Teatro Golden “Uno sbagliato”

Dal 24 ottobre al 19 novembre il palcoscenico romano verrà trasformato in un vero e proprio locale dove il pubblico potrà immedesimarsi nel simpatico protagonista della pièce.

Dopo aver toccato numerose piazze nazionali, Uno sbagliato, spettacolo ideato e interpretato da Edoardo Sylos Labini, arriva al Teatro Golden, animando il palcoscenico dal 24 ottobre al 19 novembre e decretando il debutto dell’artista romano sul palcoscenico di Via Taranto. Per l’occasione, la sala teatrale verrà trasformata in un vero e proprio locale dove il pubblico potrà immedesimandosi in un simpatico quarantenne, un po’ folle ma dal bell’aspetto, con l’anima consumata dai troppi drink, intento a fuggire dalle proprie responsabilità.

“Sono passati quasi 20 anni da quando ho interpretato Rum e Vodka dell’irlandese McPherson, portando la pièce teatrale nei locali notturni e nei pub dove è davvero ambientata - afferma Edoardo Sylos Labini - Oggi, con lo spettacolo Uno Sbagliato ripropongo sul palcoscenico del Teatro Golden quel personaggio oramai quarantenne, ironico e un po’ cinico, ma con lo stesso identico problema generazionale: la fuga dalle proprie responsabilità.” In scena un monologo tragicomico che racconta, in maniera sarcastica e tagliente, gli ultimi tre giorni di un uomo che, dopo aver preso le distanze da lavoro, moglie e figli, si accorge, nel buio della notte di una grande metropoli, che soltanto la famiglia è in grado di dare il giusto senso alla sua vita. A raccontare uno spaccato della società contemporanea contribuiranno anche le straordinarie voci delle cantanti Milla Sing e Alice Viglioglia, che dal bancone del locale/teatro daranno vita alla colonna sonora dello spettacolo, Lorenzo Felice Tassiello, al suo debutto, e i ragazzi della GoldenStar Academy.

Dopo aver interpretato grandi personaggi del passato, Edoardo Sylos Labini si cimenta in una stand-up comedy, vestendo i panni di un uomo semplice, dei giorni nostri, che gira tra i tavoli del locale interagendo con gli avventori, brandendo boccali di birra e facendo ridere e piangere gli spettatori. In scena va l’“umanità” con le sue fragilità, interpretata in chiave ironica e divertente.


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