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Empanada al Teatro Testaccio

"Empanada, scultore di me stessa" è un dramma moderno raccontato attraverso le maschere della Commedia dell'Arte. Lo spettacolo si apre con un corpo nudo, in posa scultorea, una metafora plastica del dramma.

Lo scultore argentino Fernando Chorizo (Luca Gabos), scolpendo un calice per un Cardinale sente dentro di sé manifestarsi l’anima di Empanada e inizia una lotta con e contro se stesso, che lo porterà a una scelta definitiva e inevitabile: diventare donna. La tematica dell’identità sessuale, di cui la maschera della Servetta è simbolo, è analizzata come una questione di anima e corpo e quindi si installa nel rapporto tra maschera e rivelazione, laddove la maschera è forma, codice, e come tale deve essere abbandonata, per tornare alla nudità primordiale dello Spirito.

Empanada affronta la spinosa e strumentalizzata questione dell'identità sessuale, provando a non calpestare da una parte i terreni dell'ovvio e delle semplificazioni, dall'altra, cosa più importante, la sensibilità e la dignità di tante anime. La Servetta interpretata da un attore maschio riprende solo apparentemente le prime tradizioni dei Comici dell'Arte, secondo le quali, le prime Servette erano interpretate da uomini.

Tra i più famosi Battista Amorevoli da Treviso, in arte "Franceschina"; ma se i Comici dell'epoca “fingevano di essere donne", l'attore di oggi racconta di "sentirsi donna"; d'altro canto è proprio con l'avvento delle donne in scena che la Servetta diventa l'archetipo per eccellenza dell'affermazione della pari dignità dei sessi, secondo la quale l'identità sessuale, l'essere donna, non poteva costituire motivo discriminatorio.


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