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Presentazione del libro “Five Cinque omicidi camuffati da suicidi”

Giovedì 16 maggio a Roma, presso la libreria Medichini Clodio, piazzale Clodio 26, alle ore 17,30, verrà presentato il libro di Carmelo Lavorino, “FIVE Cinque omicidi camuffati da suicidi”, edito dalla casa editrice Ponte Sisto. Parteciperanno all’incontro, oltre all’Autore, Maurizio Gallo, Maria Teresa Gammone, Emilio Orlando, Francesco Sidoti, Luigi Vincenzo.

L’Autore, noto profiler ed esperto in investigazione criminale, analizza cinque casi di morte violenta di cui si è interessato professionalmente come consulente dei familiari delle vittime e dei loro legali e dimostra, aldilà di ogni ragionevole dubbio, che sono omicidi e non suicidi come invece hanno ritenuto gli inquirenti, che giustizia non è stata fatta, che esistono precise piste da battere e “bucce mai sbucciate da sbucciare”, che vi sono cinque colpevoli in libertà e non puniti, che vi sono cinque errori investigativi da correggere. Nell’analizzare i casi l’Autore applica il Metodo MOCCI, un metodo analitico operativo, sperimentato e perfezionato negli anni, che si avvale delle discipline e delle scienze della criminologia, della criminalistica, dell’investigazione e dell’intelligence, applicate con logica, sinergia, competenza e buon senso, in modo creativo e originale.

Il fallimento delle indagini è attribuibile alla cosiddetta “Sporca dozzina”, un insieme sistemico di fattori negativi che crea la catastrofe investigativa e giudiziaria del delitto senza colpevole e delle “morti equivoche”: 1) Il tranello delle false apparenze. 2) L’inganno strutturale. 3) La superficialità, le carenze, la pigrizia e l’incapacità di autocorrezione. 4) Il pregiudizio e l’errore di contestualizzazione. 5)L’errore a triangolo e di rimbalzo. 6) L’innamoramento del sospetto e della tesi. 7) L’errore d’equipe e l’autoconvincimento riverberante. 8) La personalizzazione dell’indagine. 9) La passione e l’emotività nello scontro fra gli inquirenti e la difesa delle persone offese e i famigliari delle vittime. 10) La fortuna (eventuale) dell’assassino e le circostanze. 11) La malafede annidata segretamente all’interno del gruppo degli inquirenti in uno o più soggetti. 12) Un metodo investigativo inadeguato sommato a dati fallaci ed a decisioni non congrue.

Carmelo Lavorino, criminologo criminalista, profiler ed analista della scena del crimine, vive e lavora fra Roma e Gaeta (LT). È iscritto all’Albo dei Periti Criminologi del Tribunale Penale di Roma, è fondatore e direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale) e della rivista Detective & Crime.

Si è interessato di oltre 200 casi d’omicidio, fra cui i delitti del Mostro di Firenze (16 vittime) , di Via Poma (vittima Simonetta Cesaroni), del serial killer Donato Bilancia (17 vittime), di Cogne (vittima Samuele Lorenzi), di Arce (vittima Serena Mollicone), del piccolo Tommaso Onofri, di morti equivoche, di cold cases, rapine e violenze sessuali.


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