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Il tempo di uno scatto: ’58 – ’68 – ‘78

“Il tempo di uno scatto: ’58 – ’68 – ‘78” è una mostra fotografica ospitata dalla dolceVita Gallery di Roma (10 aprile – 12 maggio 2018) che attraverso gli scatti di Marcello Geppetti ripercorre vent’anni di storia italiana. Tre date che hanno cambiato le sorti del nostro Paese e che saranno anche oggetto di uno storytelling di Andrea Dezzi giovedì 12 aprile alle 18.30.

Si parte con il 1958, anno d’inizio della Dolce Vita, segnato da due eventi fondamentali: l’aggressione da parte dell’ex re d’Egitto Faruk ai danni del paparazzo Tazio Secchiaroli e lo spogliarello della ballerina turca Aïché Nana in un ristorante di Trastevere. Sono gli anni della Hollywood sul Tevere, dei colossal girati a Cinecittà, degli scatti rubati a Via Veneto, dell’amore tormentato tra Liz Taylor e Richard Burton. È una Roma libertina quella che fa il suo ingresso nei ’60, ma che ben presto si trova a fare i conti con il suo stesso successo. Dal ’62 in poi, infatti, entriamo in un periodo diverso, meno luminoso. Il cinema lascia il posto alla musica; da oltremanica arrivano le influenze dei Beatles e dei Rolling Stones, cresce una nuova generazione di giovani che credono nella forza dei loro vent’anni e che trovano la loro espressione nel neonato Piper, nelle avanguardie artistiche, negli orli delle gonne che si accorciano, nei piccoli atti di trasgressione. Una generazione controcorrente, anch’essa vittima di se stessa, che sfocerà poi nelle rivoluzioni del 1968.

Dagli scontri di Valle Giulia in poi, sull’Italia sembra calare il sipario. Non c’è più l’effervescenza dei primi anni ’60, tutto gira intorno alla politica e alla musica. Un balzo in avanti e siamo nei ’70, anni di piombo, scontri, proteste, sempre documentati dall’obiettivo vigile di Marcello Geppetti. Ma è il 1978, con il sequestro Moro, a creare uno spartiacque quasi incolmabile e a segnare la fine di questa lunga cavalcata fotografica, lasciandoci con molti interrogativi ancora oggi in sospeso.

“Il tempo di uno scatto: ’58-’68-‘78” è un viaggio che non cerca la verità assoluta, ma che ha come ambizione quella di raccontare i momenti fondamentali di quegli anni servendosi di materiale esclusivo.

La mostra è organizzata da Made in Tomorrow e da Spazioperiodico, con contributi di Claudio Pescetelli, studioso degli anni Sessanta e Settanta e autore del libro “Una generazione piena di complessi”.


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