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Innesti, la mostra di Donatella Spaziani all'Auditorium

Innesti è il titolo della mostra di Donatella Spaziani che si inaugura giovedì 12 settembre in Auditorium. Il termine, generalmente usato per la riproduzione delle piante attraverso la fusione di individui differenti, è il leit motiv delle opere esposte, dalle fusioni anatomo-fisiologiche delle grandi carte a matita e collage (Figura, 2019), all’installazione di oltre otto metri che ricopre la grande parete del Foyer come fosse un sipario teatrale (Rapport, 2019).

Nell’installazione Rapport, sullo sfondo floreale della carta da parati, l’artista ha dipinto le silhouettes di corpi in movimento che si muovono nello spazio secondo un ritmo e una cadenza musicale. Come note di una partitura le figure in movimento scandiscono il tempo dello sguardo e del pensiero, segnando il ritmo di una composizione silenziosa e mentale che ciascuno di noi può leggere e interpretare secondo le traiettorie personali del proprio vissuto. La relazione tra i corpi è come una danza senza fine che ricorda quella suprema allegoria della vita umana che è La Dance di Matisse. Il tratto sintetico e l’attenzione alla composizione di queste opere sembrano echeggiare le parole del grande maestro francese per cui la composizione “è l’arte di sistemare in modo decorativo i diversi elementi di cui la pittura dispone per esprimere i propri sentimenti”.

Lo spazio che occupano i corpi, i vuoti tra di essi, gli intervalli, le proporzioni tra di esse, l’armonia del movimento… ritroviamo tutto questo nella grande installazione Rapport, anch’essa metafora di un mondo dove tutto è ed esiste in movimento, un mondo che ha il suo incipit e la sua possibilità di esistenza nel ritmo regolare e costante del respiro: l’onda silenziosa che parte e ritorna al corpo, ai corpi dipinti dall’artista sulla carta da parati, corpi immersi nella decorazione floreale che scandiscono il respiro di “quell’essere-nel-mondo oltre la prassi e il pensiero” di cui proprio le piante, come ci ricorda Emanuele Coccia nel suo bel libro La vita delle piante, sono la manifestazione radicale.

Le piante e le silhouettes di corpi sono protagonisti anche delle quattro grandi carte, Figura, realizzate dall’artista a matita e collage. Qui, invece di usare la carta da parati come sfondo, l’artista la utilizza come motivo decorativo, ritagliando minuziosamente dettagli di fiori e di piante da antiche carte da parati colorate che poi accosta sapientemente alle figure tratteggiate a matita, mettendo in atto quel “dipingere con le forbici” dei collage di colore dell’ultimo Matisse, con un gesto decorativo che è compositivo al tempo stesso. Tramite questi innesti anatomo-floreali avviene la trasformazione delle figure umane in ibridi esseri-piante, esseri-fiori, secondo un processo di trasformazione favolosa che ricorda la metamorfosi più celebre e memorabile della storia dell’arte, quella di Dafne del Bernini le cui estremità sono già radici e fronde di alloro.

La metafora dell’innesto ci trasporta al mondo vegetale, cioè a quella possibilità di comunione con l’ambiente che è “la forma più intensa, radicale e paradigmatica dell’essere nel mondo” (Coccia). Così le figure ibride di Donatella Spaziani diventano declinazioni dell’essere, l’anello di un nuovo essere nel mondo, immersivo e totale, che si interroga sopra la natura di noi stessi, della vita e del mondo che abitiamo. 

Courtesy RAM - radioartemobile, Roma

Donatella Spaziani, biografia

Donatella Spaziani è nata a Ceprano (Italia) nel 1970 vive e lavora a Roma. Si è diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma ed è stata ricercatrice (individuata a seguito di selezione pubblica) presso l’Accademia di Belle Arti di Parigi dal 2003 al 2006. È Docente di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Ha esposto in numerose istituzioni in Italia e all’estero.
Mostre personali:

2019: “Donatella Spaziani,” a cura di Carlotta Mastroianni, @ADArtDesignAdvisor, ANTONELLO COLONNA RESORT, Labico (Rm); “Anatomie”, a cura di Alessandro Cocchieri, Chini Museo, Borgo San Lorenzo (FI). 2016: “Donatella Spaziani”, a cura di Costantino D’Orazio, Museo Macro, Roma; “Donatella Spaziani”, a cura di Martina Corgnati, Istituto Italiano di Cultura, Strasburgo; “Donatella Spaziani, elegancija odsutnosti,” 24° Biennale della Slavonia, Museo delle Belle Arti, Osjek (Croazia).
2014: “You can’t go home again”, a cura di Helia Hamedani, La nube di OOrt, Roma; “10 gennaio”, Galleria Il Ponte Contemporanea, Roma. Nel 2013 “15 maggio”, a cura di Maria Savarese, D.A.F.N.A. HomeGallery, Napoli. 2011: “Fleeting Beauty”, a cura di Marinella Paderni, Galleria Rusconi, Milano. 2010: “Ambiente Domestico”, Upside Down, a cura di Claudio Libero Pisano, Palazzo Valentini, Roma. 2009: “Fuga”, a cura di Achille Bonito Oliva, Impronte Contemporary Art, Milano


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