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La classe non è acqua al Teatro Prati

Gigi, sulla cinquantina, è uno scrittore televisivo. Scrive insulse fiction e banali sceneggiati, di quelli ad alto share, è bravo e brillante, e guadagna bene, il che gli consente di vivere in una villa sul lago di Bracciano. E' simpatico e disponibile, sempre pronto alla battuta spiritosa, d'altronde è il suo lavoro. Lisa, sua moglie, è una bella donna sulla quarantina, educata, colta e civile. Un po' malinconica, ma è carattere. Ci sono anche due figli, che al momento della commedia saranno in vacanza. Poi c'è Teresina, domestica di origine popolare (si esprime in burinese stretto) , di mezza età, a servizio da sempre, efficiente e fidata, adoratrice di Lisa (l'ha vista nascere) e magari ogni tanto, per non dire spesso, un po' invadente. Il ménage va avanti liscio, in quella casa tutti si amano, c'è la tranquillità economica, insomma nessun problema. Finché, per il solito contrattempo da romanzo giallo, Gigi non scopre l'orrenda verità: Lisa ha un amante. Francesco Maria Serravalle-Scrivia, un aristocratico bello, ricco, elegante, raffinato, assolutamente affascinante, altro che Gigi, divertente battutista televisivo ma niente di più. Lisa ne è cotta, addirittura progetta di lasciare Gigi per andare a vivere con quello lì nella sua grande villa sull'Appennino tosco emiliano. Per Gigi, che ama profondamente Lisa, è un colpo durissimo. Non sa che fare, contro un uomo come Francesco Maria non c'è partita. Col pretesto di passaggio delle consegne (meglio comportarsi civilmente, no?) lo incontra, e subito si rende conto che quello lì è un imbecille vanesio, un bellone da fotoromanzo, pieno di arie e di prosopopea. Lisa, del tutto cotta, non se ne accorge. Starà a lui dimostrarglielo, farle prendere coscienza del disastro che stava per combinare. Ci riuscirà? Speriamo di sì.


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