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La gonna abitata al Teatro Furio Camillo

Quanti mondi ci sono dentro una persona? Quanti ricordi, quanti desideri, quante personalità? Immaginate che per gioco tutte queste sfaccettature prendano vita e si muovano silenziose intorno a chi li genera, come se la folla di pensieri che costantemente ci accompagna fosse visibile.

Ogni cosa diventa simbolo per poi comporsi o svelarsi nel suo opposto: la gonna è il vaso di Pandora, la dea Potnia generatrice da dove nascono personalità e pezzi del proprio io.

La protagonista attraverso la musica compie un viaggio dentro sé stessa, sfoglia i propri ricordi e le proprie paure, che prendono fisicamente corpo in quella metafora della vita che è il circo. Sdoppiamenti, sparizioni, scomposizioni, pezzi di corpo, corpi in pezzi costellano la strada della consapevolezza e dell'accettazione di sé.

Il finale è la baraonda di una gran festa dove colei che ha sognato balla a braccetto delle sue allucinazioni e finalmente tutto si svela: le maschere cadono.


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