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La vocal band Elephant Claps live alla Locanda Atlantide

Orecchie progettate per catturare melodie, zampe che marcano multigroove e una proboscide polifonica: sono le caratteristiche che rendono unico Elephant Claps, sorprendente progetto musicale che fa il suo esordio discografico con un album, omonimo, uscito il 14 aprile scorso.
Gli Elephant Claps arrivano a Roma con la loro musica a cappella, solo le straordinarie voci del sestetto sul palco della Locanda Atlantide (Via dei Lucani 22 b - ingresso 3 euro), venerdì 16 febbraio alle 22.

La vocal band presenta i brani tratti dal suo debutto discografico, nove tracce dal sapore afro-funk- jazz performate da questo sorprendente sestetto vocale in cui un beatboxer e un basso naturale fanno da traino alle sperimentazioni armoniche di un soprano, un mezzo soprano, un contralto e un tenore.

La sfida è dimostrare come aria, pressione e corde vocali siano più che sufficienti per disegnare un universo colorato di suoni afro-funk-jazz. Un soprano, un mezzo soprano, un contralto, un tenore, un basso e un beatboxer sono dunque gli unici ingredienti di un gruppo a cappella che non si limita ad armonizzare melodie ma si comporta come se fosse una vera e propria band.

C’è il timbro jazz di Mila Trani e Serena Ferrara, regine di loop station e improvvisazione vocale. C’è la voce calda di Naima Faraò, soul woman del gruppo. C’è Gian Marco Trevisan, che posa la sua fidata chitarra per stupire come tenore. C’è il groove di André Michel Arraiz Rivas, la beatbox che fa marciare il pachiderma. E poi c’è Matteo Rossetti, basso naturale con un’estensione vocale da gigante qual è.

Elephant Claps sa che la voce è il più grande strumento musicale che esiste, oltre che un gioco meraviglioso. “I nostri pezzi nascono spesso da un’idea ritmica, o da una frase senza senso, e prendono forma dopo lunghe improvvisazioni e infinite risate. In fase compositiva abbiamo imparato ad ascoltarci, a comunicare e a creare un nostro sound. Quando improvvisiamo incolliamo le nostre voci, sappiamo anticipare quello che farà l’altro e ci inseriamo laddove manca qualcosa, per creare equilibrio”.

L’ultima canzone del disco, Warm up, testimonia esattamente quel che accade quando Elephant Claps improvvisa: la traccia non è un brano vero e proprio ma un momento di riscaldamento della band registrato in presa diretta. “Ci piaceva l’idea di condividere il nostro processo creativo. Mentre cantavamo non sapevamo cosa sarebbe successo ma siamo arrivati a una conclusione con un senso”. Un approccio che la band propone spesso anche dal vivo, quando improvvisa seguendo il flusso delle emozioni e gli impulsi che arrivano dal pubblico.


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