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Love me tinder - Hate me true - Commedia brillante [in Skatola]

Nico si annoia, Eva vuole divertirsi. Si connettono a un sito di incontri… ed è subito "Match!". Appuntamento da lei, con le migliori intenzioni: sesso sì, problemi no. Potrebbe essere una gran serata. Ma la scintilla che scatta non è quella che si sarebbero aspettati... E non accende un fuoco di passione ma un candelotto di dinamite. Cosa? Lui ha bisogno di conoscersi un po', prima? E lei invece vorrebbe soltanto concludere? Un uomo e una donna che sembrano scambiarsi i ruoli e le posizioni. Una battaglia di distruzione dei luoghi comuni, duelli in punta di ironia e colpi sotto la cintura, in un travolgente susseguirsi di situazioni paradossali e divertenti istantanee di una società virtuale sull'orlo di una crisi di nervi. Si ameranno? Si odieranno? Ma finiranno a letto, prima o poi?! Possiamo dirvi solamente che "Vissero per sempre… Almeno fino a quel giorno". "Love me tinder - Hate me true" di e con Mauro Fanoni e Alessandra Flamini Dal 17 Marzo al 2 Aprile 2017 (solo Venerdì, Sabato e Domenica) Venerdì e Sabato (doppia) ore 20,30 e ore 22 Domenica ore 20,30 Max 30 spettatori per turno IMPORTANTE: [Kaos in Skatola - Nuovo Voyeurismo Teatrale] offre DUE TIPOLOGIE DI POSTI A SEDERE: i POSTI "FISSI" (o posti blu, dai quali è possibile vedere lo spettacolo in modo "canonico", accomodati in tribuna e attraverso la "quarta parete") e i POSTI "VOYEUR TEATRALE" (o posti rossi mobili: durante tutto lo spettacolo, lo spettatore può spostarsi liberamente attorno alla Skatola, cambiare a proprio piacimento il posto a sedere o decidere di godere dello spettacolo in piedi, rubando segreti da ogni visuale). POSTO BLU (fisso) €7 POSTO ROSSO (mobile) €10 Tessera associativa 2017 €3 KAOS IN SKATOLA - Il Nuovo Voyeurismo Teatrale. NOTE DI REGIA Uno spettacolo [in Skatola] è, innanzitutto, uno spettacolo con visibilità a 360 gradi. Una parete, di questo cubo magico, è rivolta alla tribuna e materializza la famosa "quarta parete" del teatro canonico, attraverso la quale il pubblico, dal proprio posto, si gode lo spettacolo. Le altre tre pareti, con le loro specificità di allestimento e i loro particolari gradi di trasparenza, offrono al pubblico cosiddetto "mobile" (una delle grandi novità del format [in Skatola]), la possibilità di seguire lo spettacolo da ogni altro punto di vista, scegliendo quelli che maggiormente attirano l'attenzione individuale. Ne consegue che la regia di uno spettacolo [in Skatola] debba tenere conto anche della sfida di confezionare una messinscena perfettamente godibile in modalità "frontale" ma che sappia nel contempo stimolare la curiosità e il movimento dello spettatore "mobile", celando particolari attraenti ovunque possano essere spiati e colti: dietro le ombre della scena, oppure sul viso di un attore che normalmente sarebbe "di spalle", magari nell'espressività emotiva di chi sta ascoltando un monologo, oltre che in quella di chi lo sta facendo. La visione a 360 gradi, accanto alla necessità di non lasciare mai alcun particolare al caso, permette di stratificare alcuni dettagli drammaturgici in livelli supplementari che, a seconda del punto di vista dello spettatore, non più "passivo" ma "attivo", nella propria personale "regia della visione", possono nutrire lo spettacolo con sfaccettature interessanti, sempre diverse e, si direbbe, anche esclusive e individuali. Nello specifico caso di "Love me tinder - Hate me true", spettacolo a due attori, proprio i piani di ascolto risultano essere di grandissima importanza per lo spettatore e di grande stimolo per il regista, specialmente nella misura in cui un nodo cardine della commedia è la reazione di un personaggio di fronte allo spiazzamento generato dalla totale distruzione delle aspettative da parte dell'altro. Spiazzamento che è doppio, biunivoco, laddove sia l'uomo che la donna non si allineano ai clichet che, volente o nolente, trovano spazio in ognuno di noi; e spiazzamento che genera situazioni di incomprensione e stupore, molto spesso caratterizzate da forte ironia e anche grande comicità; a volte, invece, il sorriso e la risata sono stimolate da un'atmosfera divertente ma anche amara, grottesca, che offre generosi spazi di riflessione sulle persone e sulla società di oggi, per chiunque abbia voglia di farlo. La regia deve dunque prestare attenzione a donare lo spettacolo di un respiro che sia sempre perfetto per il momento che si sta vivendo; i ritmi sono un elemento base della comicità e risultano ancora più efficaci nell'alternanza tra rapidi scambi e imbarazzati silenzi; nel contempo, una chiara esposizione dei concetti e dei sottotesti presenti nella drammaturgia sono fondamentali per permettere la più ampia e completa comprensione delle intenzioni dell'autore. Ne consegue uno spettacolo particolarmente dinamico e vario, sia nelle tematiche che nelle modalità che nel livello di "profondità" delle argomentazioni trattate, molto divertente ma anche intelligente e mai banale. Infine, si ritiene qui che la massima risposta in gradimento del pubblico si trovi quando gli spettatori possono immedesimarsi nei personaggi, compiendo quella catarsi che eleva e riempie il teatro del suo significato; di conseguenza i personaggi, anche in occasione dei più grandi spunti comici o paradossali, devono sempre rimanere all'interno di una credibilità e di una verosimiglianza con la realtà, così da poter risultare sempre "veri", umani. Necessità di verità che non perde mai il proprio ruolo prioritario in ogni spettacolo [in Skatola] e che, proprio in questa modalità, è sostenuta dalla stretta vicinanza del pubblico, che permette una recitazione formalmente cinematografica che, oggi, risulta essere molto apprezzata, specie dal giovane pubblico che rinnova il proprio amore per un teatro "moderno". Mauro Fanoni e Alessandra Flamini


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