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Tutti pazzi per il Maxxi: quando un museo diventa una star

Quattrocento giornalisti accreditati, file fin dal primo mattino, politici e contestazioni: il primo giorno del Maxxi si trasforma in un evento di straordinario successo

IL Maxxi, il nuovo museo d'arte moderna, ha aperto oggi ufficialmente i battenti. A passare oggi per via Guido Reni, sembrava che fosse in corso la presentazione di qualche star della tv o del Cinema hollywoodiano. In realtà era solo la ressa di pubblico e giornalisti per entrare nell'opera di Zaha Hadid.

LA HADID - E proprio Hadid è stata la più cercata. Arrivata all'ultimo momento, tutta in nero, modernissima con uno spolverino asimmetrico e unghie celeste polvere, ha però dribblato i microfoni.. Un attimo prima di lei, era entrato, raggiante, il direttore generale del ministero dei Beni culturali per la valorizzazione, Mario Resca. "Dieci anni di lavori, molti sforzi, molto entusiasmo - dice - il mondo ci guarda, è il Maxxi lanciato verso il futuro". Sorridente anche il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi: "un grande museo - commenta - che può diventare un centro di attrazione per la cultura e per il mondo. Possiamo essere molto soddisfatti".

LA CONTESTAZIONE
- Il ministro Bondi, quando ha preso la parola è stato sommerso dai fischi quando ha ringraziato il presidente Berlusconi per l'apertura di questo museo: "Voglio rivendicare all'attuale Governo, al premier Silvio Berlusconi e al ministro Matteoli il merito di aver portato a compimento il Maxxi. Allo stesso tempo - ha proseguito alzando il tono della voce - intendo riconoscere il ruolo essenziale di tutti i Governi precedenti: Veltroni, Melandri, Urbani, Buttiglione, Rutelli". I fischi hanno lasciato il posto agli applausi. "Questa seconda cosa l'avrei detta comunque" ha chiosato Bondi. "Se mi aveste lasciato finire di parlare avreste evitato questa figuraccia".


LE CRITICHE

- Critico nei confronti del museo, Vittorio Sgarbi: "Il Maxxi non è un museo di arte contemporanea, tutto al più è una scultura contemporanea. In definitiva è il mausoleo di Zaha Hadid e come tale è straordinario. Qui è tutto pieno muri che curvano, pezzi che scendono, modulazioni meravigliose di cemento armato, ma questo edificio vuole respingere le opere d'arte, come se dicesse: l'opera d'arte sono io".

"Qui se uno volesse fare una mostra su Lucien Freud", ha spiegato Sgarbi, "non potrebbe, lo stesso vale per Jenny Saville o Kitano. Non si possono appendere quadri - ha concluso - forse funziona meglio con le opere di scultura, facendo però i conti con i riflessi dei vetri". Ma il Maxxi, in definitiva, "é il capolavoro di Zaha Hadid".


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