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Nadab, Immagini della diaspora siriana: la mostra di Alessio Cupelli e Intersos

NADAB - in arabo “la ferita” – in mostra dal 18 al 28 settembre a Wegil, Largo Ascianghi 4, a Roma, con inaugurazione il 18 settembre alle ore 18,30 - presenta un'ampia selezione della ricerca fotografica sulla diaspora siriana condotta in questi anni dal fotografo Alessio Cupelli al fianco degli operatori di INTERSOS impegnati nei Balcani, in Grecia, in Libano, in Giordania e in Iraq.

Oltre 6 milioni di persone hanno lasciato la Siria in cerca di protezione a partire dall’inizio della guerra civile, nel marzo del 2011. Anche se l’85% dei rifugiati ha trovato accoglienza nei Paesi vicini, sono 127 i Paesi del mondo che hanno accolto rifugiati siriani. Il flusso migratorio che ne è derivato ha inciso profondamente sulla geografia economica e sociale di molti paesi, creando nuove sfide di accoglienza e difficili convivenze.

In particolare, la ricerca di Nadab e la selezione fotografica curata da Chiara Capodici si concentrano su due momenti di questa storia. Il primo è legato al flusso di rifugiati verso l’Europa nei primi mesi del 2016, alle vicende del campo di Idomeni nel Nord della Grecia, alla rotta balcanica, alla chiusura delle frontiere e al limbo che ne è seguito. Il secondo indaga le condizioni di vita e le sfide di resilienza negli insediamenti informali e nei campi di Libano e Giordania.

Nadab è la testimonianza di una ferita: la traccia che la presenza dei rifugiati siriani ha lasciato nella geografia di luoghi attraversati, vissuti e trasformati, e al contempo la cicatrice che ogni rifugiato porta dentro di sé, il segno di un’esistenza sospesa. Luoghi di mezzo, luoghi di passaggio, non-luoghi e neo-luoghi sono lo scenario di questo lavoro fotografico: frontiere e transiti, campi profughi, insediamenti informali, periferie urbane così come stazioni, porti e vie di comunicazione.

Concentrandosi sulla dimensione più intima e umana della condizione di rifugiato, Nadab, pur senza mostrare direttamente il lavoro degli operatori umanitari, evidenza l’importanza della protezione umanitaria, elemento centrale dell’impegno di INTERSOS.

Alessio Cupelli, nasce a Liegi nel 1981 e cresce nello studio fotografico dei suoi genitori a Pescara. Dopo gli studi in cinema al Dams di Bologna si trasferisce a Roma dove consegue il master di tre anni alla Scuola Romana di Fotografia, diplomandosi nel 2011.
In quello stesso anno inizia a lavorare come assistente del fotogiornalista Paolo Pellegrin, con il quale collabora ancora oggi per campagne commerciali e reportage giornalistici (per La Stampa, Zeit, New York Times Magazinee e Dazed & Confused). Da questi viaggi e queste esperienze nasce “Some Kind of Records” una sorta di taccuino di appunti fotografici che nel giugno 2015 va in mostra al festival di fotografia romano Fotoleggendo.

Nel 2012, insieme ad altri otto fotografi, è tra i fondatori di 001, collettivo fotografico allo stesso tempo studio personale, spazio espositivo per mostre e presentazione di libri, testata editoriale indipendente nonché centro di formazione per giovani fotografi.
Dalla fine del 2015 inizia a lavorare a Nadab.


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