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La Tempesta Perfetta di Nanni Balestrini al MACRO

Nanni Balestrini - La Tempesta Perfetta. L'artista Nanni Balestrini realizza una mostra-concept che prende spunto iconografico dal famosissimo quadro de “La Tempesta” di Giorgione per confrontarsi però con la nostra situazione contemporanea: culturale, sociale, economica ma anche psicologica, con all’interno appunto lo sguardo “dal passato” di Giorgione, destrutturato tramite patchwork, scomposizioni, implosioni e sovrascritture.

Parole dello stesso Balestrini che non sono però commento all’immagine ma struttura stessa dell’opera, della nuova opera, così come del resto l’autore ci ha abituato fin dagli anni Sessanta. E le sue parole s’intrecciano ai personaggi dipinti da Giorgione ma anche alle parole della Genesi, così come a quelle di Shakespeare e/o del Canto XLV di Ezra Pound: “con usura nessuno ha una solida casa / di pietra squadrata e liscia / per istoriarne la facciata / (…) con usura / non si dipinge per tenersi arte / in casa, ma per vendere vendere / presto e con profitto / peccato contro natura”.

Come scrive Achille Bonito Oliva in catalogo: “L’opera di Nanni Balestrini è un’epica lotta contro la resistenza dell’arte. Ha trovato nella contaminazione tra parola e immagine un armistizio, matrimonio morganatico tra la parola scritta o stampata e l’elemento iconico. Ecco allora che Balestrini parte all’attacco e si confronta con la Tempesta del Giorgione. La rappresentazione, almeno sospettata, l’iconografia che passa attraverso l’idillio di due personaggi nella natura, un uomo e una donna con un bambino, e dietro l’annuncio della tempesta attraverso un lampo. Nella parte bassa un serpentello, rinvio iconografico alla cacciata dall’Eden. L’arte è sempre una catastrofe, una catastrofe linguistica, è la rottura dell’equilibrio tettonico del linguaggio della comunicazione corrente, il precipitato in una sorta di spazio aperto per combattere l’entropia, il progressivo silenzio verso cui si avvia il linguaggio. L’opera di Balestrini è un’opera stereofonica, sonora, è un’opera che si confronta col rumore del mondo, non attraverso il silenzio ma attraverso la contaminazione, la scomposizione. Ciò che il lampo annuncia, la tempesta, Balestrini la realizza attraverso un collage di parole e dollari strappati, una pioggia che investe il quadro del grande pittore veneto. Attraverso il dollaro, parametro mondiale del denaro e della finanza, avviene oggi la tempesta perfetta. L’arte è un massaggio del muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva, e ciò che Giorgione ha promesso Balestrini ha mantenuto, ha prodotto una nuova conoscenza”.


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