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Capolavori della scultura buddhista giapponese

Capolavori della scultura buddhista giapponese
29 luglio - 4 settembre 2016 alle Suderie del Quirinale

Ventuno opere summe (per un totale di 35 pezzi), che spaziano dal periodo Asuka (VII-VIII secolo) al periodo Kamakura (1185-1333), sono esposte per la prima volta in Italia così che si possa finalmente apprezzare questa parte della produzione artistica antica giapponese.

Tradizionalmente considerate come immagini di culto, sono difficilmente trasportabili, e anche in Giappone non sono facilmente accessibili, perché esposte nella semioscurità di templi, santuari, o protetti in collezioni di grandi musei nazionali.

La scultura lignea è stata fiorente anche nella nostra tradizione occidentale, tuttavia, va messo in evidenza come nel caso della scultura buddhista sia questa la tecnica suprema, che consentiva agli scultori una espressività senza confronto con qualunque altra stagione dell’ arte universale. Sono opere che ci parlano di una cultura solidissima nelle sue affermazioni e di una potenza creativa formidabile, che assumono per lo spettatore italiano il significato di un incontro e un dialogo serrato e diretto: ogni statua richiama stati di consapevolezza e sentimenti diversi, come la meditazione e l’azione, la quiete o l’ira, la comprensione o la paura. Nessuno, che abbia attenzione e sensibilità verso l’arte, può rimanere esonerato da un confronto con tali capolavori, che nasce spontaneo, a dimostrazione che l’arte è un linguaggio universale che supera i confini della cultura che la genera.

La scultura buddhista, insieme alla scrittura e agli insegnamenti buddhisti, fu introdotta in Giappone attraverso la penisola coreana dalla Cina tra il VI e il VII secolo; a partire dal X secolo conobbe uno sviluppo sempre più originale rispetto ai modelli continentali, sia nei temi che nelle forme, trovando il suo culmine nell’arte del tardo periodo Heian (794-1185), l’epoca della corte imperiale di Kyoto, che esaltò la grazia come supremo valore espressivo utilizzando il legno come materia prima; in seguito, con la vittoria del potere militare sulla corte a partire dall’epoca Kamakura (1185-1333), si affermò una scultura realistica e vigorosa, essenziale nelle forme, che ben rispondeva agli ideali samuraici e alla filosofia legata al buddhismo zen che allora andò diffondendosi: una ricchezza che rende la scultura di quest’epoca la summa di tutta la scultura giapponese.

La ricerca spirituale è una delle caratteristiche fondamentali dell’estetica giapponese e nel caso della scultura, il risultato è particolarmente evidente. Le opere scultoree presenti in mostra esprimono scuole di buddhismo e insegnamenti differenti, sono legate alla funzione rituale e allo stile del tempio che le ospita, richiamando caratteristiche ed emozioni diverse a seconda della figura rappresentata: la calma e semplicità estreme, il sorriso che affiora sul volto enigmatico del Buddha assiso in meditazione; la ricchezza di vesti, acconciature, gioielli e l’eleganza dei bodhisattva che lo assistono, ancora legati alla moda di principi indiani, loro area di origine, il realismo e la vividezza espressiva di figure di maestri e patriarchi che hanno insegato, diffuso, supportato il buddhismo nelle diverse epoche.


 

 


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