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Università Lumsa: inaugurato con il ministro Bernini l’ottantaquattresimo anno accademico

Parolin: "Il Papa incoraggia prosecuzione importante opera di formazione umana. Ministro Bernini: giusto far partire cervelli, ma poi bisogna farli tornare"

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La cerimonia d’inaugurazione, in programma nell’Aula Magna dell’Ateneo, è stata aperta dal Cardinale Giovanni Lajolo presidente del Cda dell’Università Lumsa che nel suo intervento ha dato lettura del telegramma ricevuto dal segretario di Stato del Santo Padre Cardinale Pietro Parolin con il saluto e la benedizione di Papa Francesco: “Il Sommo Pontefice è lieto di rivolgere il beneaugurante pensiero a quanti prendono parte all’inaugurazione dell’anno accademico di codesta università. Il Santo Padre incoraggia a proseguire l’importante opera di formazione integrale della persona umana, e mentre invoca copiosi doni dello spirito per una fruttuosa attività didattica che favorisca la diffusione della cultura ispirata ai valori cristiani, invia di cuore a lei, ai docenti, alle missionarie della scuola, al personale non docente, agli alunni e ai presenti tutti la benedizione apostolica”

Subito dopo ha preso la parola il rettore dell’Università LUMSA professor Francesco Bonini: “Ho avuto modo di seguire le interlocuzioni con il ministero del sistema delle università non statali e con lo stesso Ministro, che ringrazio per l’attenzione. Il cahier è ricco e non lo riapro qui: dobbiamo augurarci che i segnali positivi riscontrati lo scorso anno trovino conferme e implementazione. Senza parlare dell’aggiornamento del contributo statale, restano infatti troppe sacche di disuguaglianza normativa, con risultati anche paradossali, come quello sul diritto allo studio. D’altra parte, i riconoscimenti anche recenti confermano come sia pienamente evidente la soggettività delle università non statale - e segnatamente della nostra – nel sistema universitario pubblico italiano. Abbiamo preso lo scorso anno la decisione di non far partire corsi specifici sui grandi temi della sostenibilità, di data science e AI, m di aggiornare tutti i corsi alle prospettive di digitalizzazione ed intelligenza artificiale. Con risultati confortanti, su cui occorre insistere. Del resto, il futuro delle scienze umane e sociali, il nostro campo d’elezione fin dalla fondazione, sta proprio qui. In questa contaminazione, che stiamo sperimentando in diversi campi”

Il rettore Bonini ha poi sottolineato: “La LUMSA è un’università pubblica ed è un’università cattolica. Questo significa che occorre avere una chiara ispirazione, ma spenderla in un sapere critico e in un sapere creativo. Che è quello che chiedono gli studenti di oggi: una professionalizzazione che deve poggiare su qualcosa di solido che non viene dalle strutture educative tradizionali e viene sempre di meno dalla famiglia. In questo senso l’università è chiamata a dare delle basi solide culturali su cui costruire delle proposte professionali. Questa mescolanza è il segreto dell’università di questi e dei prossimi anni e dev’essere trasmesso in una modalità stereofonica, cioè, utilizzando sia la presenza che la distanza perché mettendo insieme queste due cose si va incontro alla domanda, ma nello stesso tempo si salvaguarda anche l’identità dell’università. L’università non è soltanto un diplomificio, ma è anche un’esperienza culturale e formativa che gli studenti fanno ad una determinata età, che poi si portano dietro e che ritorna in una ulteriore fase perché l’università è long life learning. Si può ritornare in università per i master, per altre forme di aggiornamento professionale, in una fase successiva. Un sistema molto articolato, un sistema polifonico, un sistema poliedrico che l’università LUMSA vuole essere in questi anni, ma soprattutto nei prossimi”

Ospite dell’evento il Ministro dell’Università e della Ricerca senatrice Anna Maria Bernini: “La fondatrice dell’università Lumsa, Luigia Tincani, parla di ‘principio di non appagamento’. Ciò significa avere curiosità intellettuale, la voglia e il desiderio di conoscere di più. Proprio per questo, non parlo di ‘ritorno dei cervelli’ ma di ‘attrattività dei cervelli’. Va benissimo che i nostri studenti vadano a ‘sciacquare i panni’ all’estero, così da condividere le loro esperienze formative, culturali, sociali con altre realtà. Del resto, Galileo Galilei diceva: i nostri saperi non sono mai stabilizzati fino a che non si incontrano con i saperi degli altri. È giusto farli partire, ma serve anche farli tornare e possibilmente con studenti stranieri che vengano a fare la stessa cosa da noi. Il nostro compito è quello di rendere il ritorno meritevole di essere vissuto. Ci sono tante cose da fare, lo so, noi in un anno e mezzo abbiamo cercato di farle. Si può sempre fare di meglio ma non bisogna essere benaltristi”.

La prolusione dal titolo “il lato oscuro dei dati: l’infodemia” è stata tenuta dal professor Antonello Maruotti, ordinario di statistica all’Università LUMSA: “Infodemia è l’unione di due parole, informazione ed epidemia. Siamo nell’età dell’informazione e di conseguenza siamo circondati da tanti dati, ma proprio questo genera un pericolo: saper leggere i dati, cosa ci raccontano i dati, di chi ci dobbiamo fidare quando abbiamo a che fare con loro? Non è così semplice. Nella vita di tutti i giorni siamo sommersi dai dati che ci raccontano una storia, ma dobbiamo avere le competenze adeguate per saperla leggere”

 Al termine della cerimonia sono consegnati i Premi di laurea intitolati a tre figure chiave nella storia dell’Università LUMSA: il Professore Giorgio Petrocchi, il Cardinale Giuseppe Pizzardo e la fondatrice Luigia Tincani. I riconoscimenti sono stati assegnati rispettivamente a Francesca Cervellini, Carolina Pascarella, Gloria Di Vano e Alisya Rizzi (ex-aequo).


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