Politica

Atac, il Tribunale certifica la fine del concordato preventivo

Il 20 novembre è stata disposta l'archiviazione per la procedura di concordato dell'azienda di trasporti

La questione era stata risolta circa un anno fa ma mancava, ancora, l’ufficialità. Il Tribunale civile di Roma ha certificato l’uscita di Atac dal concordato. La sentenza, datata 20 novembre, stabilisce che, da oggi, l’azienda di trasporti è una società sana, senza contenziosi con i creditori e che potrà, quindi, tornare ad investire.

Fine del concordato

Ad annunciare la fine del concordato è stato l’assessore alla mobilità del Comune di Roma Eugenio Patanè, commentando il decreto di archiviazione del tribunale. “È un risultato importantissimo per la nostra amministrazione che aveva ereditato Atac in concordato preventivo e aveva l’obbligo di reperire 172 milioni di euro in un anno - entro il 31 dicembre 2022 - per salvarla - ha scritto l’assessore in un post - lo abbiamo fatto con un progetto credibile che ha tutelato il patrimonio del trasporto pubblico e sta riqualificando l'azienda con un management nuovo, con l'acquisto di nuovi mezzi, con la progettazione di nuove infrastrutture e con un nuovo contratto di servizio  che partirà dal prossimo anno”.

Il concordato preventivo

La missione del Campidoglio per salvare Atac sembrava impossibile. Nel giro di un anno dal suo insediamento il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la sua giunta dovevano “trovare” 172 milioni per salvare Atac. Come? Dismettendo asset dell’azienda come, ad esempio, alcuni immobili acquistati poi dal Campidoglio .

Proprio a dicembre 2022 Gualtieri e Patanè avevano annunciato, in conferenza stampa, la chiusura del concordato di Atac. A sei anni, quindi, dalla firma della delibera che aveva sancito l’avvio della procedura per salvare la municipalizzata, anche il Tribunale ha decretato la fine del concordato.


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