Politica

Raggi perde ancora pezzi: lascia il ragioniere generale Fermante

Da ieri la sindaca ha avocato a sè le deleghe al bilancio. Frongia: "Sulla nomina ci stiamo prendendo del tempo aggiuntivo"

La macchina amministrativa capitolina perde pezzi. Ha infatti rimesso il proprio incarico il ragioniere generale Stefano Fermante. Motivo dell'addio la "mancanza di un indirizzo politico". Un addio importante che rende ancora più monca la parte dell'amministrazione deputata ai conti. Il tutto nonostante il vice sindaco Frongia continui a predicare ottimismo: "La macchina amministrativa non si è affatto fermata. Roma avanti". 

Secondo l'assessore allo sport è stato fatto "ordine sul bilancio e anche sull'organizzazione interna e poi soprattutto ha lavorato "all'eredità in termini di assenza di bandi di proroghe, in alcuni casi illegittimi che abbiamo dovuto affrontare subito, per non lasciare i cittadini senza alcuni servizi essenziali". 

Sulla nomina dell'assessore al bilancio Frongia spiega che "ci stiamo prendendo del tempo aggiuntivo". Va tutto bene quindi secondo il Movimento Cinque Stelle. Da 29 giorni però l'amministrazione Raggi non ha un'assessore al Bilancio. Da ieri le deleghe sono state assunte dalla sindaca, dopo la revoca ufficiale della nomina di Raffaele De Dominicis. All'orizzonte c'è un assestamento dei conti e da preparare il bilancio di previsione da approvare a novembre. Tappe fondamentali per dare un indirizzo all'amministrazione Cinque Stelle, ma che ad oggi sembrano di difficile risoluzione. 

Dopo la museruola di Grillo, proseguono i colloqui. Tornano in corsa nomi come quello di Nino Galloni e del generale Marchetti. C'è sul tavolo anche la possibilità di nominare Daniele Frongia al Bilancio. A complicare il rebus ci sono però tre situazioni. 

C'è il progetto della giunta Raggi, di spacchettare le deleghe che furono di Minenna e di creare così due assessorati, Bilancio e Partecipate. Questo per evitare di creare un assessorato con i superpoteri. C'è poi quella che sembra essere un'intenzione ovvero scegliere un assessore al Bilancio tra le fila della magistratura contabile. Il motivo sembrerebbe quello di dare sicurezza e copertura giuridica ai provvedimenti che verranno presi, dando tranquillità ai consiglieri e agli assessori chiamati a votarli. C'è infine l'ostacolo quote rosa. E qui proviamo ad interpretare le critiche di ieri della Raggi a questa legge. "Le quote rosa sono una legge nata per diminuire le discriminazioni di genere e che serve, in teoria, a sfondare quello che viene chiamato il tetto di cristallo, ovvero quel limite invisibile oltre cui le donne non possono accedere per i ruoli manageriali. Ma per me questa rappresenta una sorta di recinto, una riserva per i panda. È una legge che a mio avviso si rivela più discriminatoria. È una legge che offende le donne e le confina in una visione anacronistica". Perché quest'affondo? La nomina di due assessori uomini esporrebbe la Raggi a possibili contestazioni e ricorsi proprio per il mancato rispetto dell'equilibrio tra generi. Da qui la critica.

Un labirinto dal quale si cerca l'uscita che al momento appare molto lontana. 
 


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