Elezioni Roma 2016

Pedaggio sul Raccordo: Salvini fa retromarcia, a pagare è solo la Meloni

Tra battute e polemiche, il leader della Lega costretto a rivedere le sue dichiarazioni. Poco prima ci aveva pensato la Meloni: "Di far pagare il GRA non se ne parla". L'uscita di ieri è però solo l'ultima di tanti "danni" alla candidatura dell'ex ministro

"Quaranta euro e come in Svizzera si puo' viaggiare su tutte le autostrade italiane". Raccordo compreso. Matteo Salvini era stato chiaro e davvero difficile da interpretare. Il GRA, oggi non a pagamento, nella sua idea doveva (o deve?) diventare oggetto di pedaggio. Le dichiarazioni rilasciate a La Zanzara nel giro di poche ore hanno infiammato il web e scatenato la polemica nel centrodestra. Ma se Salvini, come nel suo stile, nella polemica e nello scontro ci sguazza, Giorgia Meloni, il suo candidato sindaco, ha visto ancora una volta danneggiata la sua immagine da quello che, teoricamente, dovrebbe essere un suo alleato.

Per questo, dopo gli attacchi di Marchini e i suoi, e dell'ex amico Storace, la candidata di Fratelli d'Italia ha provato a dare la colpa agli interpreti del leader leghista: "Stravolgere totalmente una dichiarazione non è furbizia: è segno di debolezza. Ma i romani non si fanno prendere in giro da voi. Mettetevi l'anima in pace: di far pagare il GRA non se ne parla. Inventatene un'altra". La frittata però è fatta e lo stesso Salvini, conscio del danno provocato all'alleata, ha provato a mettere una pezza su quanto da lui stesso dichiarato.

"Mi fanno pena quei candidati", spiega il segretario della Lega, "che in carenza di proposte per la città di Roma arrivano a stravolgere il senso delle mie dichiarazioni. Poveretti. A scanso di equivoci o strumentalizzazioni, però, lo scrivo nero su bianco: non è pensabile far pagare il pedaggio sul GRA ai romani. Noi le tasse vogliamo abbassarle". 

Salvini tuttavia non è nuovo a questo tipo di proposte. Già nel novembre del 2013 propose il pedaggio, arrivando ad inserirlo in un emendamento alla legge di stabilità. Dietro alle uscite sul raccordo però si nasconde una sorta di malcelato boicottaggio della candidatura della Meloni. Si susseguono ormai quasi quotidianamente le uscite di Salvini che mettono in imbarazzo la pasionaria della Garbatella. E siccome il leader leghista non è un gaffeur di professione, dalle parti di Fratelli d'Italia c'è chi comincia a pensare ad un'azione sistematica. 

Prima la forte spinta alla candidatura, poi il balletto per le candidature nei municipi, poi la dichiarazione sulla possibilità di votare Raggi al ballottaggio. Quindi la spinta alla visita alla baraccopoli di via Candoni voluta da Salvini, ma non dalla Meloni. L'uscita di ieri è la ciliegina sulla torta, anticipata dal ridimensionamento della proposta sulla via da dedicare ad Almirante. "Non è una priorità", ha dichiarato il leader leghista. E a giudicare dalle dichiarazioni neanche vincere a Roma sembra esserlo. 
 


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