Politica

L’ex sindaco Marino punta (ancora) il dito: “Contro gli abusivi decenni di silenzio”

La pubblicazione dell'elenco degli immobili attualmente occupati con concessioni scadute da tempo ha scatenato la reazione del prof ligure defenestrato nel 2015 dal Pd: "L'Ordine di Malta paga 1 euro al mese"

La sede dell'Ordine di Malta a piazza del Grillo (Google)

Una sede a piazza del Grillo, in pieno centro, con vista mozzafiato, ricevuta in concessione nel Secondo Dopoguerra a 24.000 lire l'anno, riconvertite in 1 euro al mese. A godere da quasi ottant'anni di un immobile di proprietà del Comune è l'Ordine di Malta e compare nell'elenco aggiornato - e in aggiornamento - di quasi 1.000 edifici in concessioni. In questo caso, come in oltre 600 d'altronde, la concessione è scaduta e l'amministrazione sta verificando le carte e valutando il da farsi. A citare l'ordine cavalleresco fondato nel 1048 è Ignazio Marino, sindaco dal 2013 al 2015, defenestrato dal Pd di Renzi e Orfini con una gita dal notaio. 

DOSSIER - Quasi 1000 immobili del Comune in concessione: ambasciate, sindacati, parrocchie tra gli "abusivi"

Marino contro tutti sulla gestione degli immobili pubblici

Il prof e chirurgo genovese, mai tornato in politica dopo essere stato dimissionato a poco più di due anni dall'inizio del suo mandato, dopo la pubblicazione da parte dell'amministrazione Gualtieri dell'elenco di immobili di proprietà del Comune attualmente in concessione, non ha perso l'occasione per criticare l'operato di chi la ha preceduto e anche di chi è arrivato dopo: da Veltroni a Rutelli, da Alemanno a Raggi finendo a Gualtieri, nessuno si salva. Forse neanche Giulio Carlo Argan o Luigi Petroselli, Ugo Vetere o Franco Carraro. Nessuno, infatti, ha mai messo mano ai canoni di locazione accordati a enti morali, aziende, istituzioni, ordini religiosi, circoli sportivi che da decenni svolgono le loro attività all'interno di edifici che non sono loro, per i quali pagano (o pagavano) affitti il più delle volte ridicoli rispetto alle entrate. 

L'Ordine di Malta a 1 euro al mese

"Il nostro metodo di lavoro fece emergere dati sconvolgenti - scrive sul suo blog Marino, riferendosi al censimento degli immobili fatto tra il 2014 e il 2015 - . Nella grande maggioranza dei casi gli inquilini sono altre istituzioni o enti pubblici di vario genere, come ambasciate, centri di ricerca, aziende sanitarie, comunità religiose e via di seguito. In questi casi i canoni irrisori, benché regolari dal punto di vista amministrativo, sono giustificati da accordi internazionali o da rapporti tra diverse amministrazioni nazionali. Ma a volte si esagera". Ed è qui che l'ex Pd cita l'Ordine di Malta, un ordine religioso cavalleresco antichissimo, di diretta dipendenza del Vaticano che si occupa di protezione civile e carità: 24.000 lire di canone accordato dopo la Seconda Guerra Mondiale, trasformato in 12 euro  con una banale equivalenza a inizio Anni Duemila senza tener conto del mercato, dell'inflazione, del valore storico dell'immobile. 

I canottieri di Malagò: 42mila euro di affitto, oltre 2 milioni di euro di incassi

Ma c'è anche il Circolo Canottieri Aniene del presidente onorario Giovanni Malagò: "Incassa 25.000 euro una tantum per diventare soci - ricorda Marino -  2.200 euro l'anno di tessera, tutto da moltiplicare per oltre 1.000 soci, dovendo pagare un canone di 42.000 euro l'anno". Numeri che danno l'idea dello squilibrio tra quanto incassa il più prestigioso dei circoli sportivi di Roma nord per la sua sede sul Lungotevere e quanto torna nelle casse del Comune, che di soldi avrebbe bisogno eccome per garantire i servizi ai suoi cittadini. Se si mette a confronto con quanto Eur Spa vorrebbe ottenere dal nuovo gestore della Piscina delle Rose a viale America (circa 22.000 euro al mese), ci si rende conto dell'enorme differenza e di quale sia il risparmio per il Circolo Canottieri Aniene.

"Noi fummo i primi a censire gli immobili"

Per Marino la pubblicazione dell'elenco non è una novità, ma la "riesumazione di quanto feci nel 2014-2015, quando la mia giunta - rivendica - per la prima volta nella storia della Capitale realizzò una Carta della città pubblica".  Un patrimonio sterminato che comprende complessivamente circa 60.000 beni: "Quasi dieci anni dopo il lavoro che facemmo noi - conclude Marino - non è cambiato nulla". 


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