Politica

Esposto in procura sul lago ex Snia

Il consigliere regionale del Gruppo Misto, Marco Cacciatore, si rivolge all'autorità giudiziaria, l'associazione insiste sul ruolo strategico che l'area riveste per il sistema di parchi da realizzare nel quadrante est della Capitale

Prosegue anche nel nuovo anno la querelle sul futuro del lago ex Snia, l’oasi naturale nata quasi per caso sulle colline del Prenestino, da anni al centro di una battaglia per farla diventare un monumento ambientale e garantirne così la protezione.

Alla luce degli ultimi sviluppi Marco Cacciatore, consigliere del Gruppo Misto in Regione e presidente della commissione X Urbanistica, Politiche abitative e Rifiuti, ha annunciato di avere presentato un esposto in procura, “un ultimo atto, di extrema ratio, che insieme ad altre vertenze e in dirittura d’arrivo della legislatura, ho deciso di porre all’attenzione di livelli istituzionali”. 

"Senza ritegno il comportamento della Regione"

“Davvero senza ritegno il comportamento di chi in Regione ha prima garantito e poi voltato le spalle al Forum delle Energie, che da anni contrasta l'insediamento insostenibile sul lago ex Snia - sottolinea Cacciatore - Anni di battaglie, poi la promessa elettorale dell'allora presidente Zingaretti di ampliamento del già esistente monumento naturale, istituito sul perimetro del lago. Poi il dietrofront, dopo le elezioni politiche e dopo mesi di procedura seguita dalla direzione ambiente, da sempre apertamente contraria, che ha accolto in ritardo osservazioni del soggetto economico interessato e che in chiusura di legislatura, quando si era con le ore contate, ha visto bene di chiedere un ultimo parere Ispra. Un parere che, per la terza volta, dà torto su tutta la linea a chi dalla Regione non ha favorito l'ampliamento”. 

Zingaretti se ne va e affonda il sogno del Lago ex Snia

Il riferimento è agli ultimi atti della tormentata vicenda: a metà dicembre nell’area di proprietà del costruttore (la società Ponente 1978 ), quella non inclusa nel perimetro del monumento ambientale, sono arrivate alcune ruspe che hanno iniziato a lavorare intorno ai ruderi dell’ex fabbrica. Una bonifica, ha spiegato il costruttore, che a metà novembre ha ricevuto dal Comune un permesso a costruire. Atto che ha fatto infuriare gli attivisti che da anni si battono per salvare l’oasi, intenzionati a trasformare tutta l’area in un monumento ambientale e a salvare un angolo ricco di biodiversità sopravvissuto all’urbanizzazione e alla cementificazione selvaggia. 

L’appello di Italia Nostra al Comune: “Si torni alla destinazione pubblica originaria”

L’esposto di Cacciatore arriva a pochi giorni dall’appello lanciato anche da Italia Nostra, fervente sostenitrice della realizzazione di un sistema di parchi (prefigurato fin dal Progetto Direttore SDO del 1995) che interessi i comprensori ex SDO, Pietralata, Tiburtino, Casilino e Centocelle, Quadraro-Torre Spaccata .

“Questo sistema a carattere naturalistico e storico archeologico si connette a nord e ad est alla Riserva Naturale Valle dell’Aniene, mentre e a Sud si connette con il sistema del Parco dell’Appia Antica - scrivono da Italia Nostra - Fra le aree del quadrante est si trova l’importante area dell’ex fabbrica Snia Viscosa, compresa fra la via Prenestina, via di Portonaccio e la linea ferroviaria AV, la quale con i significativi valori naturalistici individuati, quali la pineta e il lago, costituisce un importante segmento di tale sistema ambientale del quadrante Est”.

“Italia Nostra Roma è venuta a conoscenza del permesso a costruire per un presunto ripristino delle cubature industriali abbandonate da 70 anni e chiede al Comune di tornare alla pianificazione urbanistica, l’unica che saprà indicare la giusta destinazione d’uso - proseguono dall’associazione -  Siamo al centro di quartieri intensivi, densamente popolati, fortemente impermeabilizzati, caratterizzati da elevatissimi livelli di inquinamento atmosferico, assetati di verde nella doppia funzione di spazio pubblico e di moderazione del clima. Si riparta dalla destinazione pubblica originaria e si agisca per il bene pubblico e non per gli interessi privati”.


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