Politica

Vendita immobili, scintille tra Sel e Marino. Il sindaco: "Scelgano da che parte stare"

Continua la polemica sull'astensione di Sel dal voto. Il capogruppo Peciola: "Se Marino deve fare il 'battutista' lo facesse in maniera originale, invece di copiare Renzi parlando di innovazione e conservazione"

Scintelle accese nella maggioranza, spaccata dopo il voto alla delibera sulla vendita del patrimonio. L'atto è stato approvato dopo una maratona di 12 ore in Aula. Ora circa 600 immobili di proprietà del Comune sono pronti per essere messi sul mercato. Ma Sel non vota. Tre consiglieri su quattro si sono astenuti, compreso il capogruppo, Gianluca Peciola. Unica a votare Gemma Azuni, tra l'altro vicepresidente dell'Aula, che si è espressa a favore. 

Una mossa che il sindaco Marino ha definito "soprendente". "Sono rimasto sbigottito dal voto del resto del gruppo Sel - ha commenta - perchè, quantomeno per buona educazione, avrebbero potuto dirlo, dal momento che con l'assessore Cattoi mi sono impegnato a portare al voto tutti i loro emendamenti, convinto che fossero migliorativi. Non c'è stato comunicato che, nonostante questo, non avrebbero dato il loro voto sul provvedimento finale". 

Il chirurgo dem non ha mandato già la mossa di Sel: "Io ho tutta la volontà di riformare questa città - spiega il primo cittadino - Se loro vorranno cambiarla con noi, togliendo tutte le cattive pratiche ed eliminando privilegi, favori e sprechi, sarò contento di averli con noi. Se, invece, preferiscono i privilegi, i favori e le opacità del passato, ognuno è libero di scegliere dove lo portano il cuore e l'intelligenza. Il mio mi porta verso le riforme, il cambiamento e la sinistra". 

La replica di Sel è arrivato a stretto giro: Marino "guardasse dentro il suo partito - dice il capogruppo in Campidoglio Peciola - perchè è stato faticoso tenere il numero legale. Se deve fare il 'battutista' lo facesse in maniera originale, invece di copiare Renzi parlando di innovazione e conservazione". "Noi non abbiamo aperto alcuna crisi, se qualcuno lo vuole fare lo dicesse". E ancora, "veniamo accusati ingiustamente: se il patrimonio è stato gestito male l'alternativa non è solo la vendita, si può anche amministrare bene". 

L'atmosfera, si è capito, non è delle migliori. Domani è previsto un vertice sul bilancio 2015, prima che arrivi in Aula per l'approvazione. Sulla manovra l'ala estrema della maggioranza ha già espresso più di un dubbio, minacciando di non votarla. 

Altra minaccia alla delibera sugli immobili arriva dall'opposizione. Nei prossimi giorni sia Forza Italia che Movimento 5 Stelle presenteranno i loro esposti al tribunale. Si è aggiunto all'ultimo anche Alfio Marchini, che non manca di gettare benzina sul fuoco dello 'strappo'. 

"Prendiamo atto che, sull'infausta delibera per la svendita del patrimonio immobiliare, Marino si è girato ed è rimasto solo. Era una delle sue priorità. Era la sua grande sfida e l'ha persa. Lo hanno abbandonato Sel e il radicale Magi. Ne prenda atto con coraggio, abbia un sussulto di dignità e metta tutti davanti alle proprie responsabilità: si presenti in Consiglio dimissionario. Dimostri veramente di non essere anche lui attaccato alla poltrona".


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