Politica

Multiservizi, Raggi contestata in Aula dai lavoratori: "No alla gara"

Caos durante il Consiglio straordinario sulla società del global service scolastico. La sindaca: "E' la soluzione tecnicamente e giuridicamente più solida". Ma i lavoratori chiedevano una società in house

I daspo delle scorse settimane e la promessa di nuove identificazioni non sono bastate mantenere il silenzio. Ieri in Aula Giulio Cesare la rabbia dei lavoratori di Roma Multiservizi è tornata a farsi sentire contro le decisioni della Giunta di Virginia Raggi. Perché proprio ieri, per la prima volta ufficialmente, è stata confermata l'ipotesi ventilata ormai da oltre un mese: per il futuro dell'azienda partecipata al 51 per cento da Ama il Campidoglio ha optato per una gara a doppio oggetto. "La soluzione tecnicamente e giuridicamente più solida per il rilancio della società" le parole della sindaca che, assente il suo assessore alle Partecipate, Massimo Colomban, ha esposto di persona all'Aula le intenzioni del suo esecutivo.

Porte chiuse quindi alla creazione di una partecipata di primo livello, completamente in mani pubbliche, così come aveva prospettato inizialmente l'ex assessora all'Ambiente Paola Muraro. La soluzione caldeggiata a gran voce anche dai lavoratori e dai sindacati, dai confederali all'Usi, che dopodomani affronteranno un tavolo di confronto con l'amministrazione a decisione presa.

Raggi ha difeso la sua decisione. "Rispetto alle ipotesi sul tavolo (tra cui anche quella della società in house, ndr) la gara a doppio oggetto è l'unica a consegnarci una nuova azienda Multiservizi sana ed efficiente in grado di salvaguardare in prospettiva tutti i posti di lavoro" ha spiegato a una sala rumoreggiante. "Si costituirà una nuova società di primo livello a carattere misto pubblico-privato per l'erogazione sia di servizi generali, sia di servizi saranno individuati con una gara europea: diremo addio per sempre alle logiche emergenziali e clientelari".

La creazione di una società al 100 per cento, secondo Raggi, sarebbe stata impraticabile. Colpa della legge Madia. Avrebbe "consentito a una società in house di gestire solo i servizi in house, restringendone la capacità di sviluppo del fatturato e dei livelli occupazionali". Una legge che, attacca la sindaca: "Si muove nella direzione di tutelare un solo obiettivo: il massimo della concorrenza sul mercato". Affermazioni che hanno fatto scattare la replica immediata della ministra su Twitter: "Sindaca Virginia Raggi su Roma Multiservizi dici molte inesattezze. Indicami la norma che starebbe condizionando le tue scelte". Contesta anche l'opposizione: "Secondo noi è sbagliato dire che la gara garantisce tutti i posti di lavoro ed è una falsità dire che con questo quadro normativo non si può trasformare Multiservizi in una società al 100 per cento del Comune" la replica di Alessandro Onorato. 

Il resto della seduta prosegue a fatica tra le proteste dei lavoratori e gli applausi dei consiglieri pentastellati verso il proprio operato aumentano la distanza tra le parti. Al momento dell'intervento del consigliere del M5S Roberto Di Palma la situazione diventata incontenibile. "Vergogna", "buffoni", "fascisti", "ci avete ingannato" le grida di rabbia aumentata soprattutto dalla "delusione di aver dato fiducia a persone che quando occupavano l'Aula con noi durante l'amministrazione Marino ci avevano promesso ben altro". Marcello De Vito sospende la seduta e, dopo essere sceso dallo scranno per invitare i Vigili a maggiore rigore verso il pubblico, dispone l'indentificazione dei lavoratori che hanno manifestato dissenso. Non basta. La seduta prosegue a fatica con i lavoratori che si siedono a terra per protesta attorno alla statua del Navarca gridando "onestà, onestà" e l'assessora all'Ambiente, Pinuccia Montanari, che rinuncia al suo intervento.

A due lavoratori viene permesso di parlare, ma non alla sindacalista dell'Usi Serenetta Monti. "Precedente pericolosissimo" commenta Stefano Fassina di Sinistra Italiana. "Faremo un esposto al prefetto sulla gestione dell'Aula" promette il consigliere del Pd, Giulio Pelonzi. Alla fine viene approvato un ordine del giorno presentato dal M5S che impegna la sindaca Virginia Raggi e la Giunta capitolina "a concludere entro fine giugno l'iter procedurale" per vagliare la gara a doppio oggetto "che assicuri un elevato livello della qualità dei servizi erogati alla cittadinanza, anche attraverso l'ampliamento del perimetro dell'offerta attuale, nonché garantisca la salvaguardia dei livelli occupazionali". In pochi, tra i lavoratori, sono convinti che sarà così. 


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