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Movimenti e Giunta Raggi, prove di dialogo: Berdini in assemblea al Cinema Palazzo Occupato

Mercoledì l'assessore all'Urbanistica ha partecipato ad un'assemblea con gli 'spazi sociali' sul tema dei beni comuni. Lunedì Raggi e Frongia hanno incontrato i movimenti per la casa in Campidoglio

Virginia Raggi c'era stata da candidata. E ieri al Cinema Palazzo Occupato a San Lorenzo, il testimone del confronto sugli spazi sociali, l'utilizzo del patrimonio pubblico e più in generale sul governo dei territori della città, è passato al suo assessore all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici Paolo Berdini. Solo due giorni prima, lunedì pomeriggio, in una piazza del Campidoglio piena di occupanti e senza casa la stessa sindaca e il suo vice Daniele Frongia hanno incontrato i movimenti per il diritto all'abitare che poco prima avevano occupato un palazzo dismesso di proprietà comunale a due passi da via del Corso per attirare l'attenzione della nuova amministrazione sull'urgenza di intervenire sull'emergenza abitativa e in difesa del patrimonio pubblico.

Prove di dialogo, quindi, tra la nuova amministrazione a Cinque Stelle e i movimenti cittadini. Un dialogo che si apre tra quella propensione "all'ascolto" che il Movimento pentastellato ha fatto sua fin dall'inizio e una ferma presa di posizione sulla "legalità". A irrompere inevitabilmente nella cronaca di questi appuntamenti, lo sgombero manu militari di questa mattina dello 'studentato occupato' nel 2009, stabile che rientrava nell'elenco di quelli quelli censiti nella delibera regionale sull'emergenza abitativa. 

ASSEMBLEA AL CINEMA PALAZZO - Al Cinema Palazzo, in piazza dei Sanniti a San Lorenzo, un incontro con la città, le sue realtà associative e collettive, gli spazi occupati. 20 luglio 2016. Sopra la testa dei presenti un grande striscione per ricordare Carlo Giuliani. Oltre a questa memoria comune, come bagaglio da riportare in piazza, anni di attivismo in una città stravolta dal cemento e con un welfare ridotto a brandelli. Obiettivo: "Avviare un vero e proprio laboratorio sui Beni Comuni Urbani". Il modello: l'esperienza "amministrativa e sociale avanzatissima" di Napoli rappresentata, ieri, dall'assessore alle Politiche Urbane della città partenopea Carmine Piscopo. Paolo Berdini, una vita dedicata a difendere la città pubblica, ha raccolto l'invito: "Questa giunta agirà in netta discontinuità rispetto all'urbanistica degli ultimi 25 anni". Ha parlato di "dialettica", ha chiesto alle realtà sociali presenti di "essere rigorosi nel manifestare le proprie posizioni all'amministrazione". 

LA PROMESSA DI BERDINI - La promessa da assessore arriva sul nodo scoperto che ha riportato in piazza il percorso di 'Roma non si vende - Decide la città': le due delibere della giunta Marino (la 219.2014 e la 140/2015) che, ponendosi l'obiettivo di riorganizzare il patrimonio comunale, hanno finito per sancire, insieme alla Corte dei Conti, una sentenza di sfratto a tutte le realtà associative e gli spazi sociali romani che da anni hanno lavorato in quegli spazi. Il bilancio di quest'esperienza "dev'essere politico" la posizione della piazza. "Non metteremo a reddito la ricchezza sociale di questa città" la risposta di Berdini. Poi ha esternato l'intenzione di valutare le realtà coinvolte una per una. "E' necessario distinguere le varie situazioni, troveremo insieme una soluzione". Deciso anche l'intervento sul patrimonio pubblico. L'esempio più chiaro, le caserme all'interno del tessuto cittadino sulle quali è in corso da anni un processo di dismissione e valorizzazione insieme al ministero della Difesa e al Demanio. "Basta piani di zona e housing sociale fuori dal Raccordo" ha continuato Berdini: "Servono case pubbliche e le faremo lì, dentro la città". 

L'INCONTRO CON I MOVIMENTI - Nessun appuntamento prefissato, ma un incontro 'strappato' dopo l'occupazione dell'ex sede dei vigili urbani in via dei Montecatini, a pochi passi dal Campidoglio, quello con i movimenti per il diritto all'abitare. Stracciare la delibera con cui Tronca ha recepito il piano regionale per l'emergenza abitativa, al contrario proseguire con un nuovo provvedimento attuativo sulla strada del recupero del patrimonio pubblico tracciata da quest'ultima. Un passaggio obbligato, per l'amministrazione Raggi, per sanare quella "ferita aperta" dalla gestione commissariale. Un passaggio considerato "urgente" così come "l'emergenza abitativa cittadina". Anche qui la linea scelta da Raggi è quella dell'apertura al dialogo. "La sindaca si è mostrata disponibile ad aprire un confronto permanente" hanno scritto gli attivisti al termine dell'incontro. 

LA SINDACA RAGGI -  "Per noi il patrimonio pubblico dev'essere considerato nell'interesse e per le esigenze dei romani e della città, per questo vogliamo portare a completamento il censimento patrimoniale di Roma e lo vogliamo fare il più presto possibile" ha spiegato la sindaca. La sindaca ha chiesto un confronto leale per il bene di Roma ricordando che uno dei punti fermi della sua linea di governo resta la "legalità". "Il caos e il disordine, così come le occupazioni, non contribuiscono a risolvere i problemi dell'emergenza abitativa, che è un tema che ci sta a cuore e su cui il M5S lavora da anni. È nostra ferma intenzione" ha poi concluso Raggi secondo fonti del Campidoglio "supportare e aiutare tutte quelle famiglie che dopo anni sono ancora in lista per l'assegnazione di un alloggio". Un fatto che la sindaca ha definito "inaccettabile".

I MOVIMENTI - Il dialogo avviato è stato giudicato "positivamente" dai movimenti. Di fronte all'urgenza imposta dall'emergenza abitativa cittadina, la preoccupazione si sofferma sulla mancata assegnazione della delega alla Casa. Assegnazione che era stata annunciata per la giunta di martedì ma che è slittata alla prossima settimana. "Questo fatto denota una certa lentezza nell'affrontare il tema abitativo" il commento di Paolo Di Vetta dei movimenti per il diritto all'abitare. "Bisogna mettersi al lavoro per superare la delibera Tronca, che ha anche stabilito lo sgombero di 16 immobili entro il 2016, e avviare finalmente il percorso aperto con la Regione. Serve un segnale forte". Lo sgombero di questa mattina di un'occupazione che era inserita proprio nella delibera regionale viene visto con preoccupazione: "E' il segno che in questa città, al di là del dialogo, non si può stare tranquilli". 


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