Politica

Raggi scrive a Calenda che replica: "Lettera sconclusionata. La situazione sfiora il ridicolo"

La sindaca chiede più poteri, il ministro sottolinea l'impossibilità di parlarle

Il tavolo per il rilancio della Capitale in programma per il 17 ottobre prossimo promette scintille. E' di ieri un botta e risposta al vetriolo tra la sindaca Raggi e il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda che del tavolo è il promotore. Dopo la denuncia del silenzio della Raggi che ha svegliato dal torpore la sindaca portandola alla fissazione del tavolo, ieri la prima cittadina ha voluto scrivere una lettera al ministro, portando la questione in qualche modo fuori dai binari. Ricordiamo infatti che l'incontro orchestrato da Calenda è finalizzato alla risoluzione di alcune importanti crisi in atto nella Capitale, con numerose aziende in fuga e posti di lavoro a rischio. 

Ieri però la sindaca ha voluto alzare la posta in gioco. Lo ha fatto con una lettera in cui sottolinea ""l'opportunità di cooperare per il rilancio della città di Roma Capitale" e per mettere nero su bianco "la necessità di una semplificazione normativa e amministrativa che, completando la trasformazione avviata con D. Lgs. 17 settembre 2010, n. 156, garantisca una dignità istituzionale adeguata alla capitale del Paese e che, di conseguenza, favorisca un'azione diretta e più efficace dell'ente nei confronti di tutti i soggetti che operano sul territorio". 

Dopo aver parlato di sfide "a livello globale" che riguardano i Paesi "sui temi della resilienza, dell'adattamento ai mutamenti climatici, dello sviluppo sostenibile, dell'utilizzo delle nuove fonti energetiche, dell'impiego intelligente delle tecnologie e del ruolo centrale delle citta', come primi centri aggregatori delle comunità", Raggi ha espresso "il forte bisogno che questa città sia destinataria di politiche di medio e lungo periodo non limitando il tavolo di rilancio a 'passi operativi a breve' come da Lei espressamente indicato nella lettera di invito. Le politiche che interessano la Capitale, a mio avviso, devono contemplare il 'Piano industriale per Roma', da Lei citato, ma non limitarsi a questo ambito circoscritto. Chi conosce Roma sa bene che un piano credibile deve estendersi necessariamente anche alla cultura, alla ricerca, ai servizi, all'arte e all'artigianato". 

La lettera è stata inviata anche agli altri partecipanti al tavolo, tra cui il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la segretario generale Cgil Susanna Camusso, la segretario generale Cisl Annamaria Furlan, il Segretario Generale Uil Carmelo Barbagallo e il presidente di Unindustria Filippo Tortoriello.

Calenda però non ha gradito la lettera, rimarcando come la sindaca continui a negarsi al telefono. Il ministro si è così espresso: "La situazione del Tavolo Roma sta rapidamente superando la soglia del ridicolo. Dal 21 settembre scorso - giorno in cui abbiamo inviato la prima lettera per l'avvio del Tavolo - cerco di parlare con la Sindaca di Roma in merito al lavoro preliminare da svolgere in vista della riunione fissata il 17 ottobre, prima data utile nella sua agenda, alla quale tutti gli altri partecipanti hanno dovuto adattarsi. Ad oggi non sono riuscito ad avere un contatto diverso da un sms di circostanza; continuo però a ricevere lettere sconclusionate sui più vari argomenti. Mentre tutte le altre Istituzioni, a partire dalla Regione e dalle associazioni si sono immediatamente attivate mettendo a disposizione idee, progetti, staff e tecnici, l'unico riferimento individuato dalla sindaca è il suo portavoce. A questo punto ritengo urgente incontrare la sindaca nelle prossime 48 ore per verificare la reale disponibilità a proseguire nel percorso individuato con il tavolo".  

E in tarda serata la sindaca controbatte: "Chiedere più poteri per Roma Capitale non è ridicolo. Il tavolo per il rilancio della città lo chiediamo da tempo e deve tenersi: il 17 ottobre noi ci saremo. Già domani è prevista una riunione preparatoria tra delegazioni tecniche con il ministero".  


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